Passa ai contenuti principali

XVII Municipio di Roma, mosca bianca della città

A Roma c'è un quartiere, in gran parte coincidente con il territorio del XVII Municipio, dove il ciclista urbano sente di poter ancora avere delle speranze. Parlo di "Prati" o, per maggior precisione dei "Prati di Castello". E' la zona della città che si estende alle spalle di Castel S. Angelo (il Castello) e che dagli inizi del '900 è stata massicciamente edificata con uno stile "sabaudo": palazzi squadrati, strade che si incrociano ad angolo retto, a formare un reticolo del tutto nuovo alla capitale. Oggi in Prati hanno sede la città della Giustizia (Tribunali vari sparsi in un largo raggio) e, di conseguenza, centinaia di studi professionali, uffici pubblici (la Corte dei Conti), la RAI (via Teulada e viale Mazzini), la Finmeccanica, e così via.
Ebbene in questo quartiere, complici la dissennatezza e l'assoluta mancanza di senso politico (intendo il senso politico delle attuali maggioranze di governo nazionale e locale) degli amministratori (primeggiano per dissennatezza la presidente del Municipio, De Giusti, e l'assessore all'ambiente Tavani), si estende e -orrore- si amplia, un'organica rete di percorsi ciclabili che consente davvero l'utilizzo della bicicletta per le normali esigenze quotidiane degli abitanti e dei tanti cittadini che lo frequentano per lavoro.
L'ultima novità è il nuovo segmento di congiunzione tra la ciclabile di viale delle Milizie e il rinnovato mercato di via Andrea Doria. Seppure di non grande sviluppo, è tuttavia utilissimo nella logica di rete che va ad innestarsi nella bella Ciclovia Cicerone-Lepanto-Milizie-Angelico-Tevere. In attesa che possa prolungarsi verso via Andrea Doria stessa e piazza Cavour-Ciclovia Tevere a Castel-S.Angelo dall'altra, così da avere anche noi Romani qualcosa di civile e moderno e non il consueto scialo senza fondo di risorse verso l'abuso immondo, inutile e insano di auto e moto che però portano voti e consenso.

XVII Municipio quindi come pietra di scandalo per gli altri inermi e immobili Municipi (fra tutti il XVI assolutamente sordo a qualunque iniziativa in materia di ciclabilità urbana) e il Comune di Roma che è "in tutt'altre faccende affaccendato", ma sicuramente non in quelle legate ad un virtuoso sviluppo della mobilità ciclistica di tipo europeo, almeno da un punto di vista concreto, dato che in due anni NULLA HA FATTO, se non consuete, inutili, dannose chiacchiere e roboanti quanto poco credibili promesse.

Su ispirazione e canovaccio di CaioFabricius

Commenti

Post popolari in questo blog

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte, ...

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella...

L'abbattimento del Velodromo di Roma

Costruito per le Olimpiadi di Roma, nel quartiere dell'EUR, per le gare di ciclismo su pista il Velodromo ( * ) fu inaugurato il 30 aprile del 1960. Un'immagine del Velodromo ancora efficiente Oggi è di proprietà dell'EUR spa. Sulla sua pista si sono svolte le gare ciclistiche delle Olimpiadi del 1960, i Campionati del mondo del 1968 e, nel 1967, vi è stato anche battuto il record dell'ora. L'ultima manifestazione svoltasi al velodromo con la partecipazioine del pubblico fu quella dei mondiali del 1968. Successivamente, a causa di fenomeni di assestamento delle strutture e delle tribune del pubblico, l'uso dell'impianto fu dapprima limitato ai soli allenamenti del ciclismo e dell' hockey su prato, e successivamente, abbandonato. Così si presenta oggi il Velodromo, abbandonato e fatiscente Il Consiglio Comunale di Roma, con delibera del 3 aprile 2006 , approvò il programma di interventi “per il recupero e trasformazione del Velodromo Olimpico e nuova e...