Passa ai contenuti principali

Trofeo Tartaruga

Anche quest’anno la bici batte l’auto nella gara di Legambiente “Trofeo Tartaruga”, che mette a confronto diversi tipi di mezzi di trasporto nel traffico cittadino.
L’edizione 2009 se l’è aggiudicata la bici elettrica.


La tartaruga della città, ovvero il mezzo più lento, è stata l’automobile a benzina che ha impiegato 23 minuti per percorrere il tragitto, 10 per trovare posteggio, per un totale di 33 minuti, ben 27 minuti in più rispetto alla bicicletta elettrica. A contendersi il Trofeo c’erano ben 10 veicoli: la bici a pedali, un tandem, un triciclo, due scooter (8 e 11 minuti) e due auto elettriche, e ovviamente autobus (20 minuti) e auto a benzina.
Questa la classifica finale del circuito cittadino sviluppatosi nel centro di Torino:
Partenza da Largo Belgio alle ore 8.53

ARRIVI:
1) bicicletta elettrica 8.59 – 6 minuti
2) scooter maxi 9.01 – 8 minuti
3) tandem 9.02 – 9 minuti
4) scooter 50 – 9.04 – 11 minuti
5) triciclo 9.05 – 12 minuti
6) bicicletta 9.06 – 13 minuti
7) microvettura elettrica – 9.04 – parcheggio 9.08 – 11 minuti, con posteggio15 minuti
8) panda elettrica 9.05 – parcheggio 9.09 – 12 minuti, con posteggio 16 minuti
9) autobus – 9.13 – 20 minuti
10) auto normale – 9.16 – parcheggio 9.26 – 23 minuti, con parcheggio 33 minuti

“In gran parte delle città l’inquinamento da polveri sottili e più in generale quello atmosferico rimane strettamente collegato al traffico veicolare, che si conferma come la principale causa del peggioramento della qualità dell’aria – dichiara Vanda Bonardo, Presidente Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta - Inoltre il trasporto stradale oltre a nuocere alla salubrità dell’aria e quindi dei cittadini è anche uno dei settori con più emissioni di gas serra nel nostro Paese e ancora oggi le emissioni di CO2 derivanti dalle auto non tendono a diminuire. È necessario non solo un veloce cambio dei motori delle auto – continua Bonardo – ma una coraggiosa inversione di rotta nelle abitudini dei cittadini e nella politica degli amministratori”

Commenti

Anonimo ha detto…
Triciclo? Cos'é?
E la bici solo 6°?
Sarei curiosa di vedere il percorso.

.. triciclo?!?

Mamaa

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odiata dal popolo

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte,

La storia infinita dell'ex residence Bravetta

Il Corriere della Sera del 28 maggio dà notizia della condanna di Barbara Mezzaroma a 23 mesi di reclusione per aver demolito un palazzo nell’ex residence Bravetta, senza averne il permesso. La contestazione mossa all’amministratrice delegata di Impreme è di abuso in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in violazione del testo unico sull’edilizia e del codice dei beni culturali e del paesaggio. La demolizione è avvenuta tra il 2015 e il 2017, mentre il Comune nel 2007 si era accordato con il gruppo Mezzaroma per la riqualificazione del residence, realizzato negli anni Settanta. Quello che a noi abitanti del quartiere risulta difficile da comprendere è il contenuto della decisione del giudici. Il giudice ha infatti stabilito che la Mezzaroma dovrà ricostruire l’immobile e pagare un risarcimento danni al Comune pari a 70 mila euro. Condizione questa cui è sottoposta la sospensione della pena. La domanda che noi ci poniamo è "ma il giudice ha presente cosa sia l