A proposito di #iosonoRoma , non tutto è semplice come sembra. Ci sono situazioni che con tutta la buona volontà i cittadini da soli non potrebbero mai risanare. Immaginiamo di seguire un turista virtuale in una passeggiata in Prati, lungo i viali alberati dell'elegante quartiere fra S. Pietro e il Tevere. Con noi sarà il fotografo Paolo Cerino, che cercherà di documentare con le sue foto quello che il turista vedrà.
Partenza da piazza Monte Grappa, dove è collocata un'opera d'arte del celebre artista polacco Igor Mitoraj, scomparso meno di un anno fa e autore anche degli splendidi portali laterali della Basilica di Santa Maria degli Angeli. E' la Dea Roma,
una statua-fontana alta oltre 6 metri, donata da Finmeccanica (che ha la sede sulla piazza) alla città nel 2003. Oggi però la situazione appare drammatica: il giardino è completamente circondato dalla onnipresente rete rossa di plastica che delimita i lavori in corso o le zone a rischio.
La statua emerge, ma solo grazie alla sua altezza, da un groviglio di erbacce e papiri, fra pietre divelte e muretti sconnessi.
La sensazione che si prova è simile a quella di Indiana Jones quando trova un reperto antico nel cuore della giungla. Di acqua ovviamente non esce nemmeno una goccia, ma qualche abitante del luogo informa che da anni la fontana è chiusa. Il volto della Dea Roma è deturpato da muffe e incrostazioni, la superficie della statua è ingiallito, e sembra rappresentare perfettamente la città di cui porta il nome.
Il turista allora imbocca viale Mazzini e si dirige verso l'omonima piazza, diretto alla "fontana giardino", costruita nel 1927 sul modello di un antico ninfeo, all'interno di un ampio giardino.
La grande vasca centrale è abbastanza pulita, ma irraggiungibile perché il vialetto che la circonda è completamente allagato,
segno che le bocchette di scarico sono otturate. Impossibile anche bere: le fontanelle o sono irraggiungibili o sono rotte o chiuse.
A memoria della loro funzione rimane la scritta scolpita nella pietra "Acqua Trevi", a testimonianza che l'acqua che scorre è quella dell'Acquedotto Vergine, quello che termina con la spettacolare mostra di Fontana di Trevi.
Il giardino al centro di piazza Mazzini purtroppo è sede di alcuni senza tetto che utilizzano l'area come un vero e proprio campeggio:
nascosti dietro le siepi giacigli di cartone, stoviglie, finanche un set da barba, rendendo problematico anche il solo passeggio.
L'ultima possibilità che rimane al povero turista è quella di camminare lungo viale delle Milizie con destinazione piazzale degli Eroi, per l'ultima fontana "monumentale" ai margini del quartiere Prati. La fontana di piazzale degli Eroi è la mostra terminale dell’Acquedotto del Peschiera, ed è datata 1949.
L'aspetto è modesto, ma lo sporco nell'acqua e le incrostazioni sul vascone di cemento la intristiscono ancora di più.
Una colonia di gabbiani se n'è appropriata e la difende con aggressività verso chi tenta di avvicinarsi.
Al turista non rimane che ammirare lo scorcio di panorama dominato dal cupolone di S. Pietro e andare a cercare il fresco in una zona più accogliente.
Partenza da piazza Monte Grappa, dove è collocata un'opera d'arte del celebre artista polacco Igor Mitoraj, scomparso meno di un anno fa e autore anche degli splendidi portali laterali della Basilica di Santa Maria degli Angeli. E' la Dea Roma,
una statua-fontana alta oltre 6 metri, donata da Finmeccanica (che ha la sede sulla piazza) alla città nel 2003. Oggi però la situazione appare drammatica: il giardino è completamente circondato dalla onnipresente rete rossa di plastica che delimita i lavori in corso o le zone a rischio.
La statua emerge, ma solo grazie alla sua altezza, da un groviglio di erbacce e papiri, fra pietre divelte e muretti sconnessi.
La sensazione che si prova è simile a quella di Indiana Jones quando trova un reperto antico nel cuore della giungla. Di acqua ovviamente non esce nemmeno una goccia, ma qualche abitante del luogo informa che da anni la fontana è chiusa. Il volto della Dea Roma è deturpato da muffe e incrostazioni, la superficie della statua è ingiallito, e sembra rappresentare perfettamente la città di cui porta il nome.
Il turista allora imbocca viale Mazzini e si dirige verso l'omonima piazza, diretto alla "fontana giardino", costruita nel 1927 sul modello di un antico ninfeo, all'interno di un ampio giardino.
La grande vasca centrale è abbastanza pulita, ma irraggiungibile perché il vialetto che la circonda è completamente allagato,
segno che le bocchette di scarico sono otturate. Impossibile anche bere: le fontanelle o sono irraggiungibili o sono rotte o chiuse.
A memoria della loro funzione rimane la scritta scolpita nella pietra "Acqua Trevi", a testimonianza che l'acqua che scorre è quella dell'Acquedotto Vergine, quello che termina con la spettacolare mostra di Fontana di Trevi.
Il giardino al centro di piazza Mazzini purtroppo è sede di alcuni senza tetto che utilizzano l'area come un vero e proprio campeggio:
nascosti dietro le siepi giacigli di cartone, stoviglie, finanche un set da barba, rendendo problematico anche il solo passeggio.
L'ultima possibilità che rimane al povero turista è quella di camminare lungo viale delle Milizie con destinazione piazzale degli Eroi, per l'ultima fontana "monumentale" ai margini del quartiere Prati. La fontana di piazzale degli Eroi è la mostra terminale dell’Acquedotto del Peschiera, ed è datata 1949.
L'aspetto è modesto, ma lo sporco nell'acqua e le incrostazioni sul vascone di cemento la intristiscono ancora di più.
Una colonia di gabbiani se n'è appropriata e la difende con aggressività verso chi tenta di avvicinarsi.
Al turista non rimane che ammirare lo scorcio di panorama dominato dal cupolone di S. Pietro e andare a cercare il fresco in una zona più accogliente.
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