Il Corriere della Sera del 28 maggio dà notizia della condanna di Barbara Mezzaroma a 23 mesi di reclusione per aver demolito un palazzo nell’ex residence Bravetta, senza averne il permesso.
La contestazione mossa all’amministratrice delegata di Impreme è di abuso in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in violazione del testo unico sull’edilizia e del codice dei beni culturali e del paesaggio.
La demolizione è avvenuta tra il 2015 e il 2017, mentre il Comune nel 2007 si era accordato con il gruppo Mezzaroma per la riqualificazione del residence, realizzato negli anni Settanta.
Quello che a noi abitanti del quartiere risulta difficile da comprendere è il contenuto della decisione del giudici. Il giudice ha infatti stabilito che la Mezzaroma dovrà ricostruire l’immobile e pagare un risarcimento danni al Comune pari a 70 mila euro. Condizione questa cui è sottoposta la sospensione della pena.
La domanda che noi ci poniamo è "ma il giudice ha presente cosa sia l'ex residence Bravetta? E che senso avrebbe la ricostruzione di un edificio, e solo uno dei quattro scheletri oggi presenti nell'area, in quella posizione?
L'auspicio del quartiere è che quel disastro ambientale ed architettonico sparisca per sempre dallo skyline della Valle dei Casali e che il terreno venga portato a pubblica proprietà per essere vincolato come bene ambientale e messo a disposizione degli abitanti come integrazione alla splendida Valle dei Casali, già oggetto di altre manovre edilizie.
La contestazione mossa all’amministratrice delegata di Impreme è di abuso in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in violazione del testo unico sull’edilizia e del codice dei beni culturali e del paesaggio.
La demolizione è avvenuta tra il 2015 e il 2017, mentre il Comune nel 2007 si era accordato con il gruppo Mezzaroma per la riqualificazione del residence, realizzato negli anni Settanta.
Quello che a noi abitanti del quartiere risulta difficile da comprendere è il contenuto della decisione del giudici. Il giudice ha infatti stabilito che la Mezzaroma dovrà ricostruire l’immobile e pagare un risarcimento danni al Comune pari a 70 mila euro. Condizione questa cui è sottoposta la sospensione della pena.
La domanda che noi ci poniamo è "ma il giudice ha presente cosa sia l'ex residence Bravetta? E che senso avrebbe la ricostruzione di un edificio, e solo uno dei quattro scheletri oggi presenti nell'area, in quella posizione?
L'auspicio del quartiere è che quel disastro ambientale ed architettonico sparisca per sempre dallo skyline della Valle dei Casali e che il terreno venga portato a pubblica proprietà per essere vincolato come bene ambientale e messo a disposizione degli abitanti come integrazione alla splendida Valle dei Casali, già oggetto di altre manovre edilizie.
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