Passa ai contenuti principali

Lo scempio del Gianicolo

E dopo Villa Sciarra ci spostiamo di poche centinaia di metri per arrivare al Gianicolo, il colle compreso fra Vaticano e Trastevere, sede delle celebri battaglie garibaldine del 1849 in difesa della Repubblica Romana dagli attacchi dei francesi, accorsi in aiuto del Papa Pio IX. Ma sembra che Roma abbia perso qualsiasi rispetto per un luogo così storico e sacro, bagnato dal sangue di tanti ragazzi, caduti in una battaglia impari a difesa delle idee di libertà. In via Garibaldi il sacrario-ossario dei caduti, al cui interno è custodita anche la tomba di Goffredo Mameli, è attorniato da una savana di erbacce incolte alte oltre 1 metro.




Nemmeno i cani riescono ad entrare nella fitta vegetazione e la recinzione del sacrario sembra a stento contenere l'assalto della natura fuori controllo, che in primavera esprime il massimo della sua crescita.


Ma la situazione sulla cima del colle è, se possibile ancora peggiore. I celebri busti dei garibaldini sono attorniati da erbe alte che a volte precludono anche la vista di un panorama altrimenti ineguagliabile rendendo una delle passeggiate più celebri di Roma un viaggio nel degrado e nell'abbandono.





E per finire la passeggiata, nemmeno il piazzale della chiesa di San Pietro in Montorio, nota per il celebre tempietto del Bramante e per essere una delle chiese preferite dagli sposi romani, si salva.




Qui non sono in discussione maggioranze politiche o capacità di questo o quel sindaco: qui si evidenzia come oramai chi amministra Roma non solo mostra di non voler bene alla sua città, ma anche di non rispettarla e, gravissimo, non rispettare nemmeno la memoria dei suoi caduti.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odiata dal popolo

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte,

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella