Addio grande amico.
Da alcuni mesi stavamo lavorando al tuo progetto per una borsa di studio da erogare a giovani studenti di architettura perché si specializzassero in progettazione di edifici senza barriere architettoniche. Quelle barriere che in questi anni hai dovuto affrontare in prima persona ma che hai sempre superato d'impeto, com'era nel tuo carattere.
Mi avevi chiesto di registrare un video in cui tu spiegavi l'importanza di costruire edifici pubblici e privati a misura di persona, nei quali chiunque sarebbe potuto entrare senza difficoltà e in autonomia. Questo era il tuo dono: nelle tue difficoltà pensavi sempre agli altri, a chi stava peggio di te, e a come avresti potuto evitare loro le difficoltà che avevi incontrato tu. Quel video non lo potremo più fare ma in me resterà per sempre il ricordo della tua energia, della tua passione, del tuo affrontare la vita senza lamentele, magari arrabbiandoti, ma senza mai arretrare di un passo.
Era il tuo approccio a tutto, anche al lavoro. Ricordo le nostre discussioni in ufficio, quando tu volevi ottenere una promozione o un premio per le persone che lavoravano con te e io ti ricordavo i limiti del sistema aziendale. Eravamo entrambi permalosi e per questo ci capivamo al volo. Abbiamo avuto discussioni accese eppure mai abbiamo litigato. Voglio ricordarti così, Gianluca, con i tuoi occhi trasparenti che dicevano tutto di te.
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