Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio?
Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?
Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto
Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.
Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odiata dal popolo romano. E qui nasce la leggenda secondo la quale, nelle notti di plenilunio, appare su quel tratto di via Aurelia proprio donna Olimpia, sulla sua carrozza trainata da quattro cavalli, che corre verso il Tevere lasciando dietro di sé una scia di fuoco. E la carrozza ogni volta è inseguita da diavoli che la prendono nelle acque del fiume e la riportano all’inferno. E così quel tratto della via Aurelia antica, nei pressi di Villa Pamphili, si chiamò, fino al 1914, via Tiradiavoli, e l’arco di Paolo V seguì la stessa indicazione. E quindi, noi che ci passiamo ogni giorno possiamo stare tranquilli. Magari, poniamo un po' di attenzione nelle notti di plenilunio. Non si sa mai...
Ma l'Arco sopra la strada a cosa serviva?
Pensiamo ai romani: dove costruivano un arco, cosa ci facevano passare sopra? Un acquedotto. E qui in effetti passava proprio un acquedotto romano, quello “Traiano” che porta l’acqua Paola, quella che alimenta il Fontanone del Gianicolo.
Il Pontefice Paolo V, nel 1608 fece ristrutturare l’acquedotto romano per rifornire di acqua le zone basse della città, quali Trastevere, il Vaticano, via Giulia, via Arenula. Un’opera costosissima che richiese, per pagarne le spese, l'aumento le tasse sulla carne e sul vino, con grande “gioia” dei romani. E beh, ogni epoca ha avuto le sue "grandi opere" e le relative tasse per costruirle.
E sopra l'arco Paolo V fece sistemare due grandi lapidi per ricordare il restauro, commettendo però un "grave" errore.
E già, perché questa seconda lapide, quella che leggono coloro che provengono da San Pancrazio e vanno in direzione della via Olimpica, documenta un"grave" errore. Il Papa era convinto di aver fatto restaurare l'acquedotto costruito dall'imperatore Augusto (AB AUG CAES EXTRUCTOS) e non quello di Traiano. Diciamo che nel 17° secolo ancora non avevano la conoscenza completa dello sterminato patrimonio culturale e ingegneristico lasciatoci dai romani.
Insomma, un pezzo di strada ricchissimo di storia e di leggende. E di storie in questo preciso tratto di via ce ne sono anche altre, relative alle battaglie tra francesi e garibaldini all'epoca della Repubblica romana. Oppure delle tante catacombe che sorgono proprio ai lati di questa strada, come quelle di Villa Pamphili
Particolare del colombario nelle catacombe di Villa Pamphili |
Ma queste le racconteremo un'altra volta.
Oggi ci basta aver suscitato un po' di curiosità e interesse in tutti quelli che ogni giorno attraversano l'Arco di Tiradiavoli.
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