Il Sole 24 Ore, con un report pubblicato sul numero di lunedì 31 gennaio 2011, a pag. 11, informa chiaramente su tempi e costi necessari per il "decomissioning" di una centrale nucleare. Possono essere necessari, secondo una ricerca dell'Università dell'Ohio, fino a 110 anni, così composti: 50 anni di fermo impianto per ridurre il livello generale di radioattività del sito, cui seguono 60 anni di smantellamento effettivo.
La Germania sta correndo ai ripari perchè, dopo aver stoccano centinaia di migliaia di fusti di scorie nucleari nelle miniere di sale di Assen, ha scoperto che le impreviste infiltrazioni di acqua nel sottosuolo avevano sciolto il salgemma ed intaccato i fusti contenenti le scorie.
Insomma, sullo smaltimento delle scorie nucleari ci sono solo due certezze: i costi atronomici e l'impossibilità di renderle innocue. Il meglio che oggi la tecnologia consente è di accantonarle in un posto il più sicuro possibile, in attesa che nel futuro i nostri nipoti gestiscano il problema. In altre parole, la stessa logica che ha portato alla creazione delle mega discariche di immondizia ai bordi delle grandi città.
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