Riprendo un ottimo articolo di Simona De Santis sul Corriere on line edizione Roma, dove si parla della situazione vergognosa della ciclabilità romana.
In più (ma è solo questione di vanità personale) l'articolo è impreziosito da una foto scattata da magociclo il 27 settembre 2011 a piazza S. Salvatore in Lauro.
ROMA - Anche il sindaco di Londra, Boris Johnson, l’aveva detto un anno fa: «Roma deve aumentare le bici in centro», tuonò il primo cittadino londinese durante una visita nell’Urbe. Nulla di fatto. Il bike sharing è fermo, graniticamente fermo, ed è scivolato ancora (dopo la proroga di un mese) il bando per l’assegnazione del nuovo gestore per le due ruote «in condivisione». Ed è di questi giorni la sciabolata di Legambiente: a Roma solo lo 0,4% degli spostamenti avviene in bicicletta, risultato inferiore rispetto a tutte le grandi città italiane. Insomma, la mobilità sostenibile resta un miraggio nella Capitale. Associazioni e ciclisti urbani sono sul piede di guerra: sotto accusa inoltre le assai precarie condizioni delle piste ciclabili.
SOSTENIBILITA’ E AMBIENTE – Secondo l’indagine resa nota da Fiab, Legambiente e Città in Bici, una Capitale virtuosa dovrebbe registrare almeno il 15% di spostamenti su due ruote ecologiche e una mobilità in auto (e moto) minore del 50%. Ma i dati caratterizzano invece la Città eterna come fanalino di cosa in Italia con solo il 34% di “spostamenti sostenibili”, realizzati in bici (0,4%), a piedi (6,1%), con il mezzo pubblico (27,7%), e ben il 66% di “spostamenti insostenibili”, attuati in auto o moto. Tra le grandi città, Milano conta 15 mila cicloparcheggi, Padova una bicistazione da 900 posti. Nella fascia delle città medie, Reggio Emilia ha 56 chilometri di “zone 30” (con limite di velocità fissato a 30 chilometri orarii) e 175 chilometri di rete ciclabile, Parma una bicistazione da 3 mila e 400 stalli. E i centri più piccoli non sono da meno: Cremona presenta oltre 2 mila cicloparcheggi, Asti 28 chilometri di “zone 30”.
CAPITALE FANALINO DI CODA – «E' uno scandalo – sottolinea il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati – In quattro anni Roma non ha fatto nulla per i ciclisti, l'Assemblea capitolina non è stata nemmeno in grado di approvare il piano della ciclabilità. Il piano è stato presentato più volte, approvato in giunta il 24 marzo 2011, presentato il 9 maggio: che altro dobbiamo aspettare per vederlo approvato e finanziato? Per far partire gli interventi per nuove piste? Per dotare Roma di un bike sharing
come quello di tutte le altre città italiane ed europee? Vanno subito reperiti i 40 milioni necessari ad anticipare la realizzazione degli interventi a breve e medio periodo». E, aggiunge Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio «chiediamo all’assessore Visconti, interventi forti: l’obiettivo finale di 986 chilometri di piste al 2020 è lontanissimo».
PIANO CICLABILITA’ IN STALLO – Dal Campidoglio ricordano i progetti già avviati. «La pista ciclabile della Nomentana è in corso di progettazione e sarà realizzata entro la prossima primavera - afferma l’assessore all’Ambiente, Marco Visconti. - Con l'adesione alla Campagna del Times di Londra “Salva-ciclisti”, il Campidoglio si è impegnato ad accelerare i tempi di approvazione del Piano della ciclabilità». E, continua Visconti, «sono in realizzazione 4 importanti percorsi ciclabili che si aggiungono a quello appena realizzato con il Ponte della Scienza, che raccorda i quartieri Ostiense e Marconi: il raccordo Tor Pagnotta-stazione metro Laurentina, all'interno del corridoio della mobilità; la pista ciclabile che mette in collegamento il Santa Maria della Pietà con la stazione di Valle Aurelia; la pista di via Palmiro Togliatti-Parco della Cervelletta e quella che dal Torrino conduce all'Eur. Ad aprile installeremo i primi 200 portabici nei principali nodi di scambio».
«OBIETTIVI LONTANI» – Il Parlamento Europeo, già nel 2002, ribadiva la necessità di incrementare gli spostamenti con bicicletta e il Piano Quadro di Roma pone obiettivi precisi: passare da 225 a 1.200 chilometri di rete ciclabile (oggi 115 chilometri sono nel verde e solo 110 su strada), da 26 a 350 stazioni per il bike sharing, con nuovi parcheggi nei nodi di scambio. Ad oggi risultano già finanziati solo 65 chilometri di nuovi itinerari. Nel piano, la rete ciclabile principale è composta da 361 chilometri di piste, di cui 70 esistenti, 50 finanziati e il resto da finanziare. La rete ciclabile locale ha invece circa 40 chilometri di piste già realizzate, 17 già finanziati e circa 550 pianificati. Accanto a queste, ci sono, nel piano, quasi 150 chilometri di corridoi verdi. E, lunedì 5 marzo vengono consegnate le nuove biciclette ai ragazzi del progetto Pica, Percorsi ciclabili sicuri, iniziativa a cura dell’assessore Visconti e dal presidente della commissione sicurezza, Fabrizio Santori, «per monitorarne lo stato e ideare interventi di ottimizzazione della fruibilità». «Troppo poco», concludono le associazioni.
In più (ma è solo questione di vanità personale) l'articolo è impreziosito da una foto scattata da magociclo il 27 settembre 2011 a piazza S. Salvatore in Lauro.
ROMA - Anche il sindaco di Londra, Boris Johnson, l’aveva detto un anno fa: «Roma deve aumentare le bici in centro», tuonò il primo cittadino londinese durante una visita nell’Urbe. Nulla di fatto. Il bike sharing è fermo, graniticamente fermo, ed è scivolato ancora (dopo la proroga di un mese) il bando per l’assegnazione del nuovo gestore per le due ruote «in condivisione». Ed è di questi giorni la sciabolata di Legambiente: a Roma solo lo 0,4% degli spostamenti avviene in bicicletta, risultato inferiore rispetto a tutte le grandi città italiane. Insomma, la mobilità sostenibile resta un miraggio nella Capitale. Associazioni e ciclisti urbani sono sul piede di guerra: sotto accusa inoltre le assai precarie condizioni delle piste ciclabili.
Foto di magociclo pubblicata su Corriere.it/Roma |
Questo è lo stato comatoso del Bike Sharing romano: stalli vuoti circondati da moto e scooter |
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