Devo aggiungere un nuovo caso a quelli già documentati nel post sui modi migliori per non farsi rubare la bicicletta pubblicato qui sul blog e che tanta attenzione sta ricevendo.
Ieri, a venti metri da Fontana di Trevi, ho incrociato una bici legata con una catenella da un lato alla struttura di sostegno di un telefono pubblico e dall'altra al tubolarino del portapacchi della bici.
Dire che la bici fosse alla mercé di tutti non sarebbe esatto: io per esempio, non avendo con me il tagliaunghie non avrei potuto portarla via in meno di 10'. Ma chiunque fosse stato interessato ad appropriarsi dell'oggetto senza chiedere il permesso preventivo al proprietario, con il solo aiuto di un coltellino non avrebbe avuto nessuna difficoltà a portarsela via.
In primis, il tubo della cabina del telefono è cavo. Con un seghetto ci vogliono 30/40" ad aprirlo. Però l'operazione farebbe un po' di rumore, proprio perché il tubo è cavo. La sezione degli anelli della catena non è abbastanza larga, e il lucchetto sembra facilmente manomissibile. Ma per aprire la catena ci vorrebbe comunque una tronchesina, e la posizione elevata toglie al ladro la possibilità di sfruttare il suolo per tirare un colpo di martello sul lucchetto.
Ma perché tanto lavoro? il sostegno del portapacchi è assicurato al telaio con due viti a croce, una per lato. Si prende il coltellino multiuso, si estrae l'attrezzo "giravite a croce" e si svita la vite dal lato dove è la catena, che si sfila delicatamente e si lascia a penzoloni dalla cabina, mentre la bici si avvia ad una nuova vita con il ladro. Niente rumore, niente attrezzi sofisticati, niente spreco di tempo.
Ripeto i consigli base da inserire nella categoria che nel post ho definito "poveri illusi". Si tratta di queli proprietari di bici che pensano ingenuamente di aver assicurato in maniera efficace la bici contro il furto e poi spesso ricevono amare sorprese:
Altrimenti la fine è che la bici sparisce, come purtroppo è capitato martedì a Donatella. Le hanno rubato questa bici a piazzale della Marina durante l'orario di lavoro.
Anzi, se qualcuno dovesse vederla, per favore mi avvisi!
Ieri, a venti metri da Fontana di Trevi, ho incrociato una bici legata con una catenella da un lato alla struttura di sostegno di un telefono pubblico e dall'altra al tubolarino del portapacchi della bici.
Dire che la bici fosse alla mercé di tutti non sarebbe esatto: io per esempio, non avendo con me il tagliaunghie non avrei potuto portarla via in meno di 10'. Ma chiunque fosse stato interessato ad appropriarsi dell'oggetto senza chiedere il permesso preventivo al proprietario, con il solo aiuto di un coltellino non avrebbe avuto nessuna difficoltà a portarsela via.
In primis, il tubo della cabina del telefono è cavo. Con un seghetto ci vogliono 30/40" ad aprirlo. Però l'operazione farebbe un po' di rumore, proprio perché il tubo è cavo. La sezione degli anelli della catena non è abbastanza larga, e il lucchetto sembra facilmente manomissibile. Ma per aprire la catena ci vorrebbe comunque una tronchesina, e la posizione elevata toglie al ladro la possibilità di sfruttare il suolo per tirare un colpo di martello sul lucchetto.
Ma perché tanto lavoro? il sostegno del portapacchi è assicurato al telaio con due viti a croce, una per lato. Si prende il coltellino multiuso, si estrae l'attrezzo "giravite a croce" e si svita la vite dal lato dove è la catena, che si sfila delicatamente e si lascia a penzoloni dalla cabina, mentre la bici si avvia ad una nuova vita con il ladro. Niente rumore, niente attrezzi sofisticati, niente spreco di tempo.
Ripeto i consigli base da inserire nella categoria che nel post ho definito "poveri illusi". Si tratta di queli proprietari di bici che pensano ingenuamente di aver assicurato in maniera efficace la bici contro il furto e poi spesso ricevono amare sorprese:
- Utilizzare sempre antifurti solidi: catene (a maglie o a placche metalliche) e lucchetti di sicurezza.
- Assicurare sempre il TELAIO della bici, e non le ruote, il sellino, il portapacchi.
- Assicurare sempre l'antifurto ad un supporto solido, inamovibile e piantato nel suolo o nel muro.
Altrimenti la fine è che la bici sparisce, come purtroppo è capitato martedì a Donatella. Le hanno rubato questa bici a piazzale della Marina durante l'orario di lavoro.
Anzi, se qualcuno dovesse vederla, per favore mi avvisi!
Commenti
cmq vi segnalo anche questa iniziativa di Enel con E-Mobility che nn e niente male
http://www.enelgreenpower.com/retail/it-IT/offerta/e_mobility/bicicletta_elettrica/index.aspx