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Il Medaglione ritrovato

Un medaglione funebre trafugato a Roma e ritrovato due secoli dopo in un'altra città. Il monumento funebre di un intellettuale germanico famoso nel XVII secolo a Roma. Una grande chiesa di Roma, sede della locale comunità di lingua tedesca. Questi gli ingredienti di una storia un po' artistica e un po' "mistery" che ora vi racconto.

Dunque, dicevo, un medaglione. Eccolo, è questo, finalmente al suo posto dopo quasi due secoli di latitanza.

Si tratta della parte centrale del monumento funebre di Luca Olstenio (Lukas Holste, latinizzato in Lucas Holstenius) nato ad Amburgo, ma presente a Roma a partire dal 1627. Questo monumento funebre fu realizzato da Antonio Giorgetti su progetto dello stesso Olstenio all'interno della chiesa romana di Santa Maria dell'Anima, a due passi da piazza Navona. Il medaglione bronzeo venne però asportato durante il periodo della Repubblica Romana (1849) e al suo posto fu messa una copia in gesso, perché l'originale si riteneva oramai perduto. 

Eccola la copia in gesso del nostro medaglione, che ha fatto orgogliosamente mostra di sé fino a poche settimane fa all'interno del monumento funebre e che oggi è esposta su un cavalletto.

Come dicevo, del medaglione originale si erano perse le tracce, fino a quando qualcuno si è accorto che faceva parte delle collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli. Tutto è avvenuto grazie alla mostra "Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere" nel 2019, in cui furono esposte al pubblico 1220 opere provenienti dagli immensi depositi del museo di Capodimonte. Al termine della mostra si tennero le "Giornate di studi" durante le quali alcuni studiosi individuarono il medaglione di Olstenio come la parte mancante del monumento funebre a Roma.

E pochi giorni fa, il 4 novembre 2022, la ricomposizione del monumento funebre nella sua forma originale è stata presentata al pubblico nella chiesa di Santa Maria dell'Anima.

Ma vediamolo un po' da vicino questo medaglione. Al suo interno identifichiamo cinque figure allegoriche: si tratta, partendo da sinistra, delle personificazioni della Chiesa cattolica (la figura velata seduta su un tempio con le chiavi nella mano sinistra), della Verità (nuda e con il disco solare in mano) e della Geografia (la figura femminile genuflessa che regge il rotulo e indica il globo terracqueo e i suoi scritti), accanto a quelle del fiume Tevere – con Romolo e Remo che giocano con la lupa – e dell’Elba raffigurata nella posizione tipica delle antiche divinità fluviali, immagine che celebra le origini tedesche di Olstenio.
Santa Maria dell'Anima - Il monumento funebre di Luca Olstenio alla destra della cappella dei Margravi di Brandeburgo

Questo, in poche parole, il senso dell’immagine: il Mondo è indirizzato verso la Verità, e quindi verso la Sapienza, dalla Chiesa di Roma. L’allegoria, quindi, allude alla conversione di Olstenio.

L’iscrizione aurea in caratteri greci sul bordo superiore del medaglione esplicita anche il legame di Luca Olstenio con la famiglia Barberini. Si tratta, infatti, della citazione dell’ultimo verso del Salmo numero 81: “THELASON MELI EK PETRAS” ovvero “lo sazierei con miele dalla roccia”. Il passo allude al salvifico cammino verso la fede e verso Dio, collegato alla condanna del dio straniero e dei nemici del Signore: temi legati al rifiuto del culto protestante da parte di Olstenio, abbinati al miele nutriente delle api, che costituisce un’evidente allusione all’insetto presente nello stemma araldico dei Barberini. 

Ed eccoli i due medaglioni, l'originale e la copia, affiancati in un fotomontaggio in un ideale passaggio di consegne.


Un grande ringraziamento va rivolto alla Soprintendenza Speciale di Roma che, oltre ad aver condotto con tenacia e competenza il recupero del medaglione, ha accompagnato l'operazione con una efficace opera divulgativa anche sui social.

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