Sabato 25 maggio ero anch'io allo Stadio Olimpico per partecipare all'incontro di Papa Francesco con i bambini per la Giornata Mondiale dei Bambini. L'occasione appariva speciale perché voluta fortemente dal Papa e perché piazzata a pochi mesi dall'inizio del Giubileo, in un momento storico delicatissimo per gli equilibri del mondo. Era chiara la volontà del Papa: lanciare al mondo un messaggio di pace e fratellanza attraverso lo sguardo pulito e affamato di vita dei bambini.
Tuttavia, come spesso ho visto accadere negli ultimi anni, la forza vitale di Papa Francesco si scontra con la difficoltà della curia vaticana nel comprendere il messaggio del Papa e nel trasformarlo in atti concreti.
L'organizzazione dell'incontro del Papa con i bambini allo stadio è stato un segnale evidente di quanto sia ampia la distanza fra le aspettative del Papa e la capacità dell'organizzazione di realizzarle.
Primo segnale "strano": per l'iscrizione il sito dedicato alla GMB richiede una quota di 5 euro a partecipante. Ovvio che ci siano importanti spese per sostenere la complessa macchina dell'organizzazione, ma c'è modo e modo per chiedere di contribuire, e imporre il prezzo di un "biglietto" forse è la meno indicata.
All'interno dello stadio Olimpico, sabato il colpo d'occhio è magnifico: tanti bambini, provenienti prevalentemente dall'Italia ma con presenze anche di delegazioni estere, organizzati da associazioni, movimenti e parrocchie. Molti hanno viaggiato durante la notte, ma gli occhi dei bambini non mostrano stanchezza, ma gioia. L'attesa per i tanti che sono arrivati allo stadio per l'apertura dei cancelli alle 12.30 è lunga, ma sembra che gli unici ad essere un po' stanchi siano gli accompagnatori adulti. Ci sono tutte le premesse per un pomeriggio di festa e di incontro.
Alle 16:00 (l'arrivo del Papa è previsto per le 16:45) però gli organizzatori notano che una parte delle tribune dello Stadio si presenta desolatamente vuota. sono i due lati della tribuna Tevere. E cosa decidono? di trasferire in blocco interi gruppi dal settore Monte Mario a quello opposto, con la motivazione comunicata a voce "altrimenti ci si rovina la coreografia" (magari avrebbero voluto intendere la scenografia, ma a quel punto sembra vada bene tutto). I poveri volontari incaricati della "deportazione" ricevono tanti rifiuti, ma alla fine, anche con modi molto decisi, riescono a convincere alcuni gruppi al trasferimento. Mi accodo ad uno di questi gruppi: ci fanno fare un semigiro completo dello stadio, quasi di corsa, con i bambini smarriti che non riescono a capire cosa succeda. Arriviamo al settore di destinazione, completamente vuoto, e prendiamo posto, insieme ad altri partecipanti trasferiti, spaesati e un po' arrabbiati.
Sul prato nel frattempo è iniziato lo spettacolo, con Carlo Conti che fa gli onori di casa. E qui arriva il primo vero pasticcio: Nel mezzo dell'esibizione di Orietta Berti, il Papa entra nello Stadio sulla Papamobile. Ovviamente tutti esplodono in un applauso enorme, che la povera Orietta ritiene essere suo, e ringrazia senza capire bene cosa stia succedendo. Diciamo che è stato un peccato di mancata sincronizzazione degli orologi.
L'incontro ha inizio: il Papa dopo il giro in auto dello stadio rivolge un discorso semplice ma toccante e chiude con la recita dell'Ave Maria. E qui iniziano i problemi. Il programma prosegue con esibizioni di bambini prodigio (trombettista, cantante...) che sembrano provenire da qualche talent televisivo. E poi gli ospiti famosi: dopo Orietta Berti (81 anni) abbiamo avuto Lino Banfi (88 anni) che ha parlato più a lungo del Papa, Renato Zero (74 anni), Albano (81 anni). Risultato? Verso le 17.45 gli spettatori iniziano ad abbandonare lo Stadio, complici anche l'interminabile e invisibile sequenza dei doni offerti al Papa e i contemporanei "fuori programma". Ecco gli spalti verso le 18, quando è iniziato uno dei momenti più intensi, quello delle domande dei bambini al Papa.
In sintesi? Uno spettacolo organizzato da adulti per adulti/anziani, incapace di trasmettere ai bambini l'energia e la passione di Papa Francesco. La riprova l'abbiamo avuta domenica, quando in piazza San Pietro erano presenti decine di migliaia di bambini solo per ascoltare la voce del Papa.
E' ora che la Chiesa aggiorni il suo modo di parlare al mondo, ispirandosi proprio a Papa Francesco.
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