Nel numero in edicola oggi il New Yorker , famoso magazine americano, riprende il filone delle riflessioni estere sull'Italia. E lo fa, purtroppo, prendendo di nuovo, dopo l'articolo di alcune settimane fa del New York Times , come miglior descrittore della nostra realtà Beppe Grillo. Le riflessioni ovviamente sono critiche, si parla di un paese sbranato dalla corruzione e da politici disonesti (in realtà nemmeno una parola sui problemi sostanziali: l'economia, il debito pubblico, il gap energetico, la mancanza di una strategia disviluppo). No, all'estero, o almeno agli USA, fa comodo vederci come una una macchietta, una repubblica delle banane, dove, sotto un bel sole, tutti intascano mazzette e ordiscono trame. In realtà il paese è senza guida, deve fronteggiare problemi enormi, ma questa chiave di lettura che gli americani hanno di noi mi irrita. Continuano a vederci come un paese di maschere, e l'unico sforzo che compiono per capirci è quello di sostituire Pulci...