Nel numero in edicola oggi il New Yorker, famoso magazine americano, riprende il filone delle riflessioni estere sull'Italia. E lo fa, purtroppo, prendendo di nuovo, dopo l'articolo di alcune settimane fa del New York Times, come miglior descrittore della nostra realtà Beppe Grillo. Le riflessioni ovviamente sono critiche, si parla di un paese sbranato dalla corruzione e da politici disonesti (in realtà nemmeno una parola sui problemi sostanziali: l'economia, il debito pubblico, il gap energetico, la mancanza di una strategia disviluppo). No, all'estero, o almeno agli USA, fa comodo vederci come una una macchietta, una repubblica delle banane, dove, sotto un bel sole, tutti intascano mazzette e ordiscono trame. In realtà il paese è senza guida, deve fronteggiare problemi enormi, ma questa chiave di lettura che gli americani hanno di noi mi irrita. Continuano a vederci come un paese di maschere, e l'unico sforzo che compiono per capirci è quello di sostituire Pulcinella con Grillo!
Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”? Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia. Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odia...
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