Alla fine degli anni '80 del XVIII (1776-1778) secolo il Granducato di Toscana si accordò con il Ducato di Modena per costruire una strada che collegasse i due stati (e quindi il porti del Tirreno con quelli dell'Adriatico) senza passare per i territorio dello Stato Pontificio. Nacque così la strada Ximenea dell'Abetone, ancor oggi in pieno esercizio. L'esigenza di un più preciso controllo del territorio portò in quegli anni anche ad una ricognizione generale di tutti i confini del Granducato di Toscana, che fu attuata nel 1792. Tutta la linea confinaria venne descritta dapprima sulla carta, con una abbondante produzione di mappe e di piante eseguite dagli ingegneri dei due stati, poi identificata sul terreno, per mezzo di "termini" cilindrici (colonnine in pietra)
numerati e rintracciabili sulle carte, posti a circa 50 metri di distanza l'uno dall'altro. Realizzati in pietra e solidamente interrati si sono in gran parte conservati, specie in quei tratti più riparati e non sottoposti all'azione erosiva degli agenti atmosferici. Su ogni "termine" è scolpita la data di posa in opera (1792),
la loro numerazione progressiva
e la direzione della linea di confine.Molti di essi sono così ancora presenti sul posto e possono essere facilmente seguiti, in particolare lungo il sentiero di crinale CAI n. 00.
Ulteriori informazioni su http://aptpistoia.megamente.com/index.cfm
numerati e rintracciabili sulle carte, posti a circa 50 metri di distanza l'uno dall'altro. Realizzati in pietra e solidamente interrati si sono in gran parte conservati, specie in quei tratti più riparati e non sottoposti all'azione erosiva degli agenti atmosferici. Su ogni "termine" è scolpita la data di posa in opera (1792),
la loro numerazione progressiva
e la direzione della linea di confine.Molti di essi sono così ancora presenti sul posto e possono essere facilmente seguiti, in particolare lungo il sentiero di crinale CAI n. 00.
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