Sono le 19.00 circa, è maggio, domenica pomeriggio, nelle gambe la stanchezza di tanti km pedalati, nel cuore la soddisfazione di aver fatto un bel giro, nella testa la preoccupazione di dover percorrere altri 10 km, la maggior parte in salita, prima della rituale doccia bollente. Inciso. Non dico di essere iperprevidente, ma quando vado in giro, mi piace avere le mie comodità. Sulla bici ospito 2 borse, una davanti, agganciata al manubrio, con dentro le barrette dolci, il telefonino, la maglietta di ricambio, i documenti, i soldini spicci per un caffé, gli adesivi "parcheggio cafone" da distribuire generosamente in giro per la città (ma di questo parlerò in un altro post), i cerotti, le bende, il disinfettante (no, il piccolo chirurgo lo lascio a casa, se prevedo di non fare troppi km). La seconda borsa, sotto la sella, contiene il kit meccanico della Liquigas di Di Luca: attrezzo multi tools, leve cacciacopertone, camere d'aria, bomboletta per riparare la gomma, pezze ...