Roma, piovoso pomeriggio di dicembre, traffico bloccato, cosa c'è di meglio che scambiare quattro chiacchiere con il "tassinaro" che mi sta riportando in ufficio? "Come va 'sta macchina?" chiedo (con i tassinari è sempre meglio usare un po' di cadenza locale, diventano più disponibili al dialogo, senza però eccedere in confidenza, sennò se ne approfittano e fanno un giro più lungo del necessario), così, per rompere il ghiaccio. " 'A dotto' (il cliente, se uomo sopra la trentina in giacca e cravatta, è sempre "dotto' ") nun s 'a faccia mai 'na maghina itajana. Questa, si sse rompe, rimane ferma drento all'offiscina arméno 'n mese. N'amico mio... (e qui, nella narrazione, subentra l'equivalente del deus ex machina della tragedia greca, colui cui la sorte ha riservato tutti i beni e le fortune dell'universo. Se il tassinaro dice "m'ha detto 'n amico mio" sta per verificarsi un epifani...
Pensieri, idee, suggestioni, nate in bici sulla vita.