Abruzzo centrale, territorio di montagna ai limiti del Parco Nazionale, località "la playa" (che nome strano per un posto in piena montagna!) nel comune di Scanno.
E' quasi mezzogiorno di una scura e fredda giornata di dicembre. Isidoro, il pastore, sente i cani abbaiare furiosamente. Esce dallo stazzo appena in tempo per vedere due pecore correre disperatamente inseguite da altrettanti lupi.
Raccoglie da terra un sasso e lo scaglia contro i lupi, poi libera i cani che si avventano contro i predatori, che, vista la mala parata, scappano nella boscaglia.
Le 2 pecorelle sono salve. Purtroppo però sul terreno rimangono ben 9 pecore che i lupi avevano fatto in tempo ad aggredire ed uccidere.
Sembrano storie di altri tempi, ma succedono oggi, nel 2007, e ne danno conto i giornali.
A me però sembra strano che il lupo uccida a freddo 9 pecore. Non è l'atteggiamento del predatore affamato, anche perché la stagione consente ai lupi di alimentarsi ancora di selvaggina nei boschi.
Dietro le storie dei lupi assassini si sono spesso celate storie di risarcimenti pubblici, di antagonismi locali, di dispetti contro le istituzioni del parco. Spero solo che questa vicenda non dia l'avvio ad una campagna di caccia al lupo, peraltro rigorosamente vietata in Abruzzo.
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