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I comandanti B e il rispetto della legge

L'Economist di questa settimana propone una riflessione interessante:
"...Mr Bossi's rhetorical excesses are legend and are usually discounted, but like Mr Berlusconi's, they send a subliminal message of indifference to Italian laws."

In effetti non ci avevo pensato: minacciare di usare i fucili, giustificare chi elude/evade tasse troppo onerose, elogiare il pregiudicato Mangano, insinuare il dubbio sulla capacità del capo dello stato di essere super partes, sono tutte azioni singole che hanno solo l'effetto di irritare gli avversari politici e lasciare indifferenti i propri sostenitori. Ma quando queste affermazioni diventano cicliche, costanti, hanno un altro profondo effetto. Insinuano nel popolo il convincimento che la legge è una guida, un'indicazione, che può essere accolta o respinta, in base al principio della sovranità del proprio interesse e della propria libertà E infatti come si chiama il movimento politico che ha vinto le elezioni? Popolo delle libertà, libertà di interpretare e applicare individualmente la legge secondo la propria convenienza. E se qulache sfrontato magistrato volesse proprio approfondire l'argomento, ecco, gli facciamo il test psico attitudinale.

Commenti

Anonimo ha detto…
Coraggio Mago, consoliamoci con questo vento fresco, (non porterà sempre cattive notizie), con questo sole mezzo-mezzo e con quest'aria pulita (solo l'aria). Da un punto di vista meglio così che un'altro 1-1. Ora, forse, tra miriadi di leggi ad personam e altre porcherie, per puro caso potrebbero pure imbroccarne una buona. Perchè questi decidono e fanno e forse, specialmente in questo periodo, è meglio fare qualcosa che essere rimanere imbalsamati pressati da opposte richieste.
Sursum corda
Anonimo ha detto…
Negativo, questa logica non mi convince. Ovviamente parlo per esperienze del passato, ma la parte oggi vincente si è già dimostrata attiva ed efficace nello spolpare lo stato, predisporre leggi ad personam, affossare scuola e sanità pubbliche (a vantaggio dei privati) e svillaneggiare l'immagine internazionale del Paese, portandola ad un livello di macchietta da avanspettacolo che tanto piace ai tabloid anglossassoni e che altrettanto irrita i governanti degli altripaesi.
Tralascio il tentativo (fortunamente sventato con un referendum popolare)di sventrare la carta costituzionale, ma come non ricordare il fuoco di sbarramento contro le proposte di regolamentare il sistema televiso ed il conflitto di interessi?
Insomma, non vedo spazi e motivi per non essere seriamente preoccupato.

magociclo
Anonimo ha detto…
Sono ovviamente preoccupato quanto te. Il mio era solo un tentativo, fatto peraltro con poca convinzione, di trovare un pizzico di positività in un quadro francamente poco edificante.
Anonimo ha detto…
viene voglia di fare le valigie e cambiare paese; quello che fa + impressione è accorgersi di essere circondati da persone che ritenevi pensassero come te, con ideali di solidarietà e fratellanza e invece non è vero niente,hanno votato per il "tutto e subito,e se ti posso fregare è meglio"...
coraggio!, democrazia, fin che c'è, significa anche accettare il voto della maggioranza degli italiani...
ciao. lucia

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