Passa ai contenuti principali

DECALOGO DELLE RICHIESTE URGENTI DEI CICLISTI ROMANI AL COMUNE DI ROMA (ideato e predisposto da Caio Fabrizio)

I ciclisti romani chiedono al Comune di Roma di accogliere urgentemente e senza ulteriori dilazioni le seguenti richieste:

  1. Lo sviluppo della mobilità ciclistica urbana in un ambito di politiche di intermodalità semplificata col mezzo pubblico e soprattutto di moderazione, allontanamento e disincentivo dei mezzi a motore sia perno di importanti scelte amministrative come in tutto il mondo civile.
    Il COMUNE VUOL CAMBIARE POLITICA ?CI VOGLIONO FATTI E RISORSE CONCRETE.COSA SI DEVE FARE E SI FA IN TUTTO IL MONDO LO DICE DA ANNI LA SOCIETA' CIVILE, ADESSO CI VUOLE IL CORAGGIO E L’ONESTA’ DI PROVARCI
  2. Riduzione della velocità: zone 30 in tutto il Centro e nelle strade interne residenziali. Rigoroso 50 altrove. Solo sotto i 50 si ha la possibilità di sopravvivere ad un investimento. Ma non solo "intenzioni", bensì con DOSSI nei tanti “obiettivi” sensibili (scuole, parchi, ospedali, chiese sono così protetti in tutto il mondo senza furbi alibi dell’intralcio ai mezzi di soccorso) - ATTRAVERSAMENTI PEDONALI RIALZATI, AUTOVELOX, CONTROLLI CONTINUI E SANZIONATORI senza furboitalici preavvisi ma con rendicontazione pubblica e certa del numero di multe - IL PREVEDIBILE FIUME DI DANARO SI INVESTA SULLA MOBILITA' DOLCE
  3. Itinerari (piste) Ciclabili dovunque sia possibile. Sfruttando e valorizzando i SUPERSTITI spazi liberi, non disdegnando raccordi e semplificazioni con l’inserimento di parchi e marciapiedi larghi e deserti, ma anche con scelte coraggiose mediante piccole ma strategiche strisce di esproprio e soprattutto superando con fermezza il piagnisteo del mito del Postomaghina garantito dallo Stato (ma ndò sta scritto??). Si raccordino le piste esistenti con programmazione tecnica di alto livello e non con superficiale contentino di quartiere presto destinato al degrado.
    ESEMPI CONCRETI SUI QUALI RAPIDAMENTE INTERVENIRE:
    · parcheggio della piscinona "mondiale" sopra e al posto della ex-ciclabile della Moschea o Ciclovia della Musica: si restituisca alla comunità pubblica che ne era legittima proprietaria e in particolare ai ciclisti urbani che la usavano;
    · la Ciclovia Tevere ritorni il sogno e speranza coltivata negli anni come dorsale centrale con manutenzione seria e investimenti piccoli ma continui. Irricevibile e scandalosa l'utilizzazione della banchine a parcheggio o scorrimento di maghine e scooter;
    · Palmiro Togliatti, incompiuta e malfatta, non si è intervenuti per correggerne i gravi difetti di improvvisazione, "l'inutile ciclabile" nel frattempo si lascia crepare da sola; rimane invece potenziale strategico raccordo fra Aniene - Nomentana- Tiburtina- Casilina-Cinecittà-Acquedotti-AppioLatino-Colombo-Centro-Tevere.
    · SIANO FINALMENTE AVVIATI O RIPRESI I LAVORI PER LE
    prevista ciclabile a viale Marconi;
    prevista ciclabile a via Nomentana;
    prevista ciclabile a Testaccio;
    prevista ciclabile delle Mura;
    prevista ciclabile S.Pietro / FS- Balduina;
    prevista ciclable Andrea Doria;
    prevista ciclabile Tevere- Mare su strategico argine sinistro verso Ostia.

    Con gesto di grande valore politico e riconosciuta unanime sensibilità si dedichi ad Eva Bohdhalova un nuovo e spettacolare, ma facile anche a realizzarsi percorso Ciclabile Centrale ad anello Colosseo/Circo Massimo/P.za Venezia/Fori/Colosseo, così come a Luigi Moriccioli la Ciclovia Tevere a Tor di Valle.
  4. BICIPLAN. Le mille idee concrete, economiche, semplici, verificate ed elaborate con passione dalle comunità locali municipali SONO PRONTE PER LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA.
  5. ZTL del Centro più bello e fragile del mondo: ritorni strumento serio, duraturo e inaggirabile. La politica incerta e dilatoria ha portato di fattoall’invasione e allo svilimento delle meravigliose piazze Barocche e dei suggestivi angoli Rinascimentali, altrimenti ciclabili con grande valenza di mobilità quotidiana oltre che di apprezzamento identitario e cuturale.
  6. Viale Eritrea, via Etiopia, via Nizza tornino strade verdi, revocando lo sciagurato provvedimento di riapertura al caos, al rumore, all'invivibilità.
  7. a. un altro Grande raccordo Anulare
    b. altre due autostrade Pontina e Tirrenica
    c. PARCHEGGI attira e legittima maghine in CENTRO (p.za Cavour, LungoTevere, Termini...)
    d. assurdo consumo di SUPERSTITE PREZIOSO TERRITORIO AGRICOLO. Evitare scelte ormai dimostrate perdenti, illudendosi che nuove strade e parcheggi migliorino il traffico privato, mentre è dimostrato nel mondo che l’unica soluzione vincente è la sua ferrea e convinta disincentivazione. Oltretutto attivando spese enormi, inammissibili in una città affamata da cronica penuria di trasporto pubblico su ferro e piste ciclabili (almeno non si cantileni che non ci sono risorse!!!)
  8. aumentare l'intermodalità con i mezzi pubblici con coraggio laddove già possibile (Metro, Tram e Jumbobus) e prevedendo per un prossimo futuro vagoni linea C e B1, nuovi tram e bus adeguati ad un facile, rapido e sicuro trasporto intermodale delle bici con tariffa compresa nella tessera MetreBus.
  9. Stalli e Rastrelliere ovunque, ma soprattutto in edifici pubblici e stazioni/capolinea bus, possibilmente in luoghi sicuri e già vigilati.

Il documento è stato ideato, preparato e proposto da Caio Fabrizio

  1. Regolamento edilizio cittadino che consenta il posteggio delle bici in condominio.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odia...

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte, ...

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella...