Ebbene sì, temo che da oggi la gloriosa squadra ciclistica "meta sudans" sarà additata come la squadra di quello "del crodino". Ma andiamo in ordine.
Alle 9.15, puntuali come un orologio i "meta sudans" si ritrovano all'inedito meeting point di ponte Milvio, a Roma. Oltre al nocciolo duro della squadra (cito, per chi avesse perso la puntata precedente: Ventus, Masso, Parvus Magister e Magociclo) sono presenti Francesca e Giovanni. Al loro apparire un brusio di stupore: i due sono perfettamente equipaggiati, con tutina, caschetto, occhiali, scarpe tecniche con tacchette e...mountainbikes. Come mountainbikes, dirà il fedele lettore? I meta sudans non sono gli apostoli dell'asfalto e delle ruote sottili? Anche i tre gregari "meta sudans" rivolgono uno sguardo interrogativo al capitano Ventus, che ha diramato gli inviti alla pedalata. Il capitano però vuol stare lontano dalle polemiche e si lascia scivolare l'interrogativo addosso, simulando un momento di necessaria cura alla sua rossa, intoccabile, Specialized.
In ogni caso, dopo la foto per l'album dei ricordi, si va, ruote sotili e ruote grasse, affratellati per una volta dalla voglia comunque di pedalare. L'aria tutto sommato è mite, in considerazione delle temperature polari di soli pochi giorni fa, il cielo è sereno e si vede il sole.
Si attacca con ottimismo la ciclabile Tevere Nord, macchiata ancora dalla scandalosa interruzione del ponticello sulla marrana (non mi soffermo perché ci ritornerò in seguito). I pochi chilometri di ciclabile servono a scaldare bene la gamba per affrontare tonici le salite che condurranno il gruppetto a Sacrofano, meta dell'uscita, traversando la "valle Muricana". Alla fine della ciclabile, a Castel Giubileo, ultimo momento "collettivo" (in seguito il lettore capirà perché ultimo), con rituale foto dei partecipanti sorridenti.
Usciti dalla ciclabile si superano una dozzina di incroci, cavalcavia, svincoli di tipo autostradale e finalmente, dopo Prima Porta (borgo alle porte di Roma), si attacca via della valle Muricana. La parola d'ordine è "ognuno con il suo passo". Magociclo si attiene alla regola e decide che il suo, oggi, è un passo tranquillo, utile per fare la gamba in vista della ancora lontana Eroica (già, forse avevo dimenticato di dirlo: la "meta sudans" si è già iscritta all'Eroica, che si terrà il 3 ottobre nel Chianti). Il Mago pensava di dover svolgere la funzione del tradizionale carro scopa, che raccoglie gli ultimi delle corse, ma presto si accorge che qualcun altro ha scelto un passo ancor più tranquillo, complice sicuramente una bici non adatta al fondo stradale. In poche parole, ben presto Francesca si lascia scivolare in fondo al gruppo e, in compagnia di Giovanni, cambia rapidamente meta e il gruppo non li rivedrà più fino alla fine della pedalata.
Ma non c'è tempo per le riflessioni: la strada sale implacabilmente e arrivano i crampi di fame. Il Mago capisce che non è il caso di compiere gesti eroici, si ferma e tracanna di un sol fiato le fantastiche pozioni acquistate nel meraviglioso negozio di una nota catena francese di attrezzature sportive. Dal sapore deve essere marmellata diluita, ma l'effetto placebo è superiore a quello di una dose di EPO e con ritrovato vigore raggiunge i compari in cima alla salita. Qualche decina di metri più giù appare Sacrofano, il cui panorama è purtroppo deturpato dai troppi palazzoni, alcuni ancora in costruzione, che hanno stravolto l'equilibrio architettonico dell'antico borgo.
Ecco che la pagina più buia della squadra sta per compiersi, come un'inevitabile nemesi storica. I ciclisti arrivano velocemente in paese, si fermano al primo bar aperto, entrano e ordinano vocianti: "caffé, caffé...(attimo di silenzio)... a me un crodino". La prima domanda che viene alla mente di Ventus e Mago è: "ma perché mentre noi stiamo ordinando, si intromette un altro cliente?" Però, seguendo con gli occhi lo sguardo severo della barista, notiamo che la signora si rivolge proprio verso di noi. E' un attimo, poi capiamo e puntiamo le nostre occhiate di fuoco su Parvus Magister, il quale, con fare disinvolto tenta un'improbabile giustificazione: "ho visto il signore bere un crodino e m'è venuta voglia. Anzi -rivolto al bancone- vorrei anche le patatine e un tramezzino con l'insalata di pollo."
Ecco fatto: anni di studi, riviste mediche e sportive, tabelle nutrizionali che accompagnano l'atleta nelle fasi di preparazione e durante la gara, calcoli complessi di calorie assunte e consumate...tutto buttato via, in un buio bar di Sacrofano. Da oggi saremo la squadra di "quello del crodino".
Il ritorno, accompagnato purtroppo da un traffico crescente di automobili, è solo una lunga e veloce pedalata, interrotta solo, lungo la ciclabile Tevere nord, dalla inevitabile procedura dello scavalco.
Dovete sapere (mi rivolgo al lettore non romano) che da ottobre 2008 la ciclabile Tevere nord, è interrotta all'altezza di un ponticello che consente il passaggio di una marrana, un esiguo e putrido corso d'acqua. Non ci sono cartelli di spiegazione ma solo barriere metalliche e segnali di divieto. E siccome, si sa, il ciclista, se non è informato diventa indisciplinato, è sorta spontanea la procedura collettiva dello scavalco, nella quale ognuno aiuta gli altri ciclisti, e da loro ottiene aiuto, nel portare la bici al di là delle barriere che chiudono i due accessi del ponte.
Occorre però rilevare una circostanza: la procedura dello scavalco andrebbe maggiormente socializzata, altrimenti cicliste provenienti dal nord Italia potrebbero temere che si tratti dell'ennesimo espediente dei romani per "fregare" il loro amato mezzo di locomozione. Esemplare al riguardo una ragazza dal chiaro accento lombardo che non solo ha rifiutato ogni aiuto propostole dai baldi "meta sudans", ma ha acrobaticamente scavalcato due volte le transenne mantenendo sempre il contatto fisico fra mano e bici, a rischio di cadere e rompersi la suddetta mano! Lunghe discussioni si sono accese sull'episodio, e la maggioranza dei presenti ha collegato il comportamento della ciclista alla faccia poco rassicurante di Mago, nascosta da occhiali e passamontagna...
Ma basta, la pedalata è al termine: saluti, appuntamenti e via verso la meritata doccia.
Qualche numero per chiudere la giornata: 61 chilometri percorsi in poco più di 3 ore, ad una media di 19,3 km/h.
Un ottimo aperitivo (la pedalata, non il crodino) in vista dell'Eroica!
Alle 9.15, puntuali come un orologio i "meta sudans" si ritrovano all'inedito meeting point di ponte Milvio, a Roma. Oltre al nocciolo duro della squadra (cito, per chi avesse perso la puntata precedente: Ventus, Masso, Parvus Magister e Magociclo) sono presenti Francesca e Giovanni. Al loro apparire un brusio di stupore: i due sono perfettamente equipaggiati, con tutina, caschetto, occhiali, scarpe tecniche con tacchette e...mountainbikes. Come mountainbikes, dirà il fedele lettore? I meta sudans non sono gli apostoli dell'asfalto e delle ruote sottili? Anche i tre gregari "meta sudans" rivolgono uno sguardo interrogativo al capitano Ventus, che ha diramato gli inviti alla pedalata. Il capitano però vuol stare lontano dalle polemiche e si lascia scivolare l'interrogativo addosso, simulando un momento di necessaria cura alla sua rossa, intoccabile, Specialized.
In ogni caso, dopo la foto per l'album dei ricordi, si va, ruote sotili e ruote grasse, affratellati per una volta dalla voglia comunque di pedalare. L'aria tutto sommato è mite, in considerazione delle temperature polari di soli pochi giorni fa, il cielo è sereno e si vede il sole.
Si attacca con ottimismo la ciclabile Tevere Nord, macchiata ancora dalla scandalosa interruzione del ponticello sulla marrana (non mi soffermo perché ci ritornerò in seguito). I pochi chilometri di ciclabile servono a scaldare bene la gamba per affrontare tonici le salite che condurranno il gruppetto a Sacrofano, meta dell'uscita, traversando la "valle Muricana". Alla fine della ciclabile, a Castel Giubileo, ultimo momento "collettivo" (in seguito il lettore capirà perché ultimo), con rituale foto dei partecipanti sorridenti.
Usciti dalla ciclabile si superano una dozzina di incroci, cavalcavia, svincoli di tipo autostradale e finalmente, dopo Prima Porta (borgo alle porte di Roma), si attacca via della valle Muricana. La parola d'ordine è "ognuno con il suo passo". Magociclo si attiene alla regola e decide che il suo, oggi, è un passo tranquillo, utile per fare la gamba in vista della ancora lontana Eroica (già, forse avevo dimenticato di dirlo: la "meta sudans" si è già iscritta all'Eroica, che si terrà il 3 ottobre nel Chianti). Il Mago pensava di dover svolgere la funzione del tradizionale carro scopa, che raccoglie gli ultimi delle corse, ma presto si accorge che qualcun altro ha scelto un passo ancor più tranquillo, complice sicuramente una bici non adatta al fondo stradale. In poche parole, ben presto Francesca si lascia scivolare in fondo al gruppo e, in compagnia di Giovanni, cambia rapidamente meta e il gruppo non li rivedrà più fino alla fine della pedalata.
Ma non c'è tempo per le riflessioni: la strada sale implacabilmente e arrivano i crampi di fame. Il Mago capisce che non è il caso di compiere gesti eroici, si ferma e tracanna di un sol fiato le fantastiche pozioni acquistate nel meraviglioso negozio di una nota catena francese di attrezzature sportive. Dal sapore deve essere marmellata diluita, ma l'effetto placebo è superiore a quello di una dose di EPO e con ritrovato vigore raggiunge i compari in cima alla salita. Qualche decina di metri più giù appare Sacrofano, il cui panorama è purtroppo deturpato dai troppi palazzoni, alcuni ancora in costruzione, che hanno stravolto l'equilibrio architettonico dell'antico borgo.
Ecco che la pagina più buia della squadra sta per compiersi, come un'inevitabile nemesi storica. I ciclisti arrivano velocemente in paese, si fermano al primo bar aperto, entrano e ordinano vocianti: "caffé, caffé...(attimo di silenzio)... a me un crodino". La prima domanda che viene alla mente di Ventus e Mago è: "ma perché mentre noi stiamo ordinando, si intromette un altro cliente?" Però, seguendo con gli occhi lo sguardo severo della barista, notiamo che la signora si rivolge proprio verso di noi. E' un attimo, poi capiamo e puntiamo le nostre occhiate di fuoco su Parvus Magister, il quale, con fare disinvolto tenta un'improbabile giustificazione: "ho visto il signore bere un crodino e m'è venuta voglia. Anzi -rivolto al bancone- vorrei anche le patatine e un tramezzino con l'insalata di pollo."
Ecco fatto: anni di studi, riviste mediche e sportive, tabelle nutrizionali che accompagnano l'atleta nelle fasi di preparazione e durante la gara, calcoli complessi di calorie assunte e consumate...tutto buttato via, in un buio bar di Sacrofano. Da oggi saremo la squadra di "quello del crodino".
Il ritorno, accompagnato purtroppo da un traffico crescente di automobili, è solo una lunga e veloce pedalata, interrotta solo, lungo la ciclabile Tevere nord, dalla inevitabile procedura dello scavalco.
Dovete sapere (mi rivolgo al lettore non romano) che da ottobre 2008 la ciclabile Tevere nord, è interrotta all'altezza di un ponticello che consente il passaggio di una marrana, un esiguo e putrido corso d'acqua. Non ci sono cartelli di spiegazione ma solo barriere metalliche e segnali di divieto. E siccome, si sa, il ciclista, se non è informato diventa indisciplinato, è sorta spontanea la procedura collettiva dello scavalco, nella quale ognuno aiuta gli altri ciclisti, e da loro ottiene aiuto, nel portare la bici al di là delle barriere che chiudono i due accessi del ponte.
Occorre però rilevare una circostanza: la procedura dello scavalco andrebbe maggiormente socializzata, altrimenti cicliste provenienti dal nord Italia potrebbero temere che si tratti dell'ennesimo espediente dei romani per "fregare" il loro amato mezzo di locomozione. Esemplare al riguardo una ragazza dal chiaro accento lombardo che non solo ha rifiutato ogni aiuto propostole dai baldi "meta sudans", ma ha acrobaticamente scavalcato due volte le transenne mantenendo sempre il contatto fisico fra mano e bici, a rischio di cadere e rompersi la suddetta mano! Lunghe discussioni si sono accese sull'episodio, e la maggioranza dei presenti ha collegato il comportamento della ciclista alla faccia poco rassicurante di Mago, nascosta da occhiali e passamontagna...
Ma basta, la pedalata è al termine: saluti, appuntamenti e via verso la meritata doccia.
Qualche numero per chiudere la giornata: 61 chilometri percorsi in poco più di 3 ore, ad una media di 19,3 km/h.
Un ottimo aperitivo (la pedalata, non il crodino) in vista dell'Eroica!
Commenti
Mi sa tanto che siamo pronti per un gemellaggio!
Sono pronto a farmi altri 60 km per gustarne un altro…
Crodino Magister
Alla prossima.
Francesca
"Ooh, My God! come Back another time WizardBike to Help us or, I Think, Touch us ? And without your wonderful Cinelli..."
AVe caiofabricius parvauricola