In Birmania è in corso una sanguinosa repressione contro le manifestazione pacifiche di migliaia di cittadini. Il popolo è sceso in strada, seguendo l'esempio delle comunità di monaci buddisti, per ribellarsi alla feroce dittatura che da anni soffoca il paese. La Birmania è all'ultimo posto nelle graduatorie internazionali per livello di corruzione e malaffare della classe politica.
Già si contano i morti: nove le vittime.
La Comunità internazionale non ha ancora reagito con voce forte ed unitaria contro questo che si preannuncia come un nuovo, drammatico regolamento di conti fra l'aspirazione alla libertà di un popolo e la volontà dei governanti di non perdere i vantaggi acquisiti con la prepotenza e la repressione.
Domani, 28 settembre, indossiamo una maglietta rossa per manifestare la nostra solidarietà al popolo birmano e la nostra indignazione perché ancora oggi, dopo millenni di civilità, esistono governanti che vogliono imporre la loro dittatura con la forza delle armi.
Chi non potesse indossare la maglietta rossa potrà comunque legarsi al braccio un nastro dello stesso colore.
La sezione italiana di Amnesty International, con l'obiettivo di mobilitare opinione pubblica e governi, ha indetto due sit-in a Roma e a Milano e ha lanciato un appello on line in favore di un gruppo di parlamentari, monaci e artisti arrestati nelle ultime ore a Yangon, a Mandalay e in altri centri del paese.
I sit-in si svolgeranno venerdì 28 settembre a Roma (dalle 17.30 di fronte all'ambasciata del Myanmar, in via della Camilluccia 551) e sabato 29 settembre a Milano (dalle 16.30 in piazza della Scala).
I sit-in si svolgeranno venerdì 28 settembre a Roma (dalle 17.30 di fronte all'ambasciata del Myanmar, in via della Camilluccia 551) e sabato 29 settembre a Milano (dalle 16.30 in piazza della Scala).
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