Venerdì 19 ottobre, sono circa le cinque del pomeriggio, una voce nei corridoi: "venite venite, la fontana è diventata rossa!!".
A me viene subito in mente la scena di un film supercult, "Nuovo cinema paradiso", quando il burbero Alfredo, cedendo alle richieste della folla e agli occhi imploranti del piccolo Salvatore, gira uno specchietto del proiettore e, dal finestrino della stanza di proiezione lancia le immagini di un film di Totò sulla parete del palazzo di fronte. E dalla piazza si leva la voce strozzata di un paesano "Talìa talìa, 'u cinematografo!! Grazie Alfredooo!"
Ecco, sentire una persona rispettabile che grida nei corridoi di un altrettanto rispettabile ufficio "venite venite, la fontana è diventata rossa!!" mi ha dato lo stesso senso di stupore, meraviglia, quasi di evento soprannaturale che provava il povero paesano innanzi alle immagini del film proiettate sul muro della piazza.
Intanto devo premettere che per noi, abitanti dell'ufficio, la "fontana" è una sola, è quella. Con lei coabitiamo da 30 anni. Con i suoi rumori, le sue bizze, i suoi trasudamenti, con le migliaia di suoi ospiti invadenti e spesso ingombranti, ma anche con le sue magie, come il silenzio che sa regalare nelle gelide mattine d'inverno, all'alba, quando tutta nuda, senza gli scrosci dell'acqua che cade, si offre alle cure di chi si preoccupa di mantenerla pulita, e ci guarda con occhio seccato, di fronte alla nostra attenzione di vicini curiosi e maliziosi, quasi a dirci (io immagino che la fontana parli con la voce di Marisa Merlini: una cadenza romana antica, ormai persa, ed un tono arrochito dalle troppe sigarette) "'a rega', ma cche vvoi? e vedi d'annattene, nun vedi che mme sto a ffa bella ppei turisti?"
E allora subito giù, per vedere questo "miracolo" laico della fontana rossa. Entro nella piazza e..., non ho con me la macchina fotografica, ma chiedo in prestito un telefonino con fotocamera incorporata, per documetare l'incredibile. Ecco cosa vedo:
C'è già un nastro giallo teso per impedire l'accesso alla scale che portano al bordo della fontana. Decine di agenti e funzionari delle forze dell'ordine impazziscono con i telefonini in mano. L'impressione è quella del disorientamento totale, del caos. Nessuno sembra sapere cosa sia successo. I più cinici (i custodi della galleria d'arte che ha l'accesso pochi metri dietro alla fontana) commentano "Ma nun lo vedi, è tutta pubblicità, stanno a ffa' 'n firme", i politicizzati chiedono a voce alta "avete voluto Vertroni? e mmo 'ndo sta? ar cinema sta!! ma nun era mejo che stava qua a guardasse i monumenti?"
L'acqua della fontana, che al momento del mio arrivo era chiusa, viene riaperta e scorre limpida dalle cascatelle. Poi però viene subito richiusa. Non si capisce chi coordini il tutto. Continua l'afflusso di vigili e poliziotti.
Arriva anche, preceduto da una scintillante staffetta di vigili in moto, un camioncino della nettezza urbana. Sembra incredulo di tanto onore e di tanta attenzione e, per darsi un tono, cerca di mantenere la velocità delle moto che lo scortano, ma il serbatoio di acqua che ha sul pianale sbanda vistosamente aggiungendo panico alla tensione in piazza.
Insomma, non si capisce niente. Allora la guardo, guardo la fontana negli occhi, la scruto. Sta là, imbronciata più del solito, tiene lo sguardo lontano. Poi però mi vede, mi riconosce e brusca mi dice "ahò, ma che c'avranno tanto da guardà, pe na vorta che mme sso mmessa 'npo de rossetto...!!"
A me viene subito in mente la scena di un film supercult, "Nuovo cinema paradiso", quando il burbero Alfredo, cedendo alle richieste della folla e agli occhi imploranti del piccolo Salvatore, gira uno specchietto del proiettore e, dal finestrino della stanza di proiezione lancia le immagini di un film di Totò sulla parete del palazzo di fronte. E dalla piazza si leva la voce strozzata di un paesano "Talìa talìa, 'u cinematografo!! Grazie Alfredooo!"
Ecco, sentire una persona rispettabile che grida nei corridoi di un altrettanto rispettabile ufficio "venite venite, la fontana è diventata rossa!!" mi ha dato lo stesso senso di stupore, meraviglia, quasi di evento soprannaturale che provava il povero paesano innanzi alle immagini del film proiettate sul muro della piazza.
Intanto devo premettere che per noi, abitanti dell'ufficio, la "fontana" è una sola, è quella. Con lei coabitiamo da 30 anni. Con i suoi rumori, le sue bizze, i suoi trasudamenti, con le migliaia di suoi ospiti invadenti e spesso ingombranti, ma anche con le sue magie, come il silenzio che sa regalare nelle gelide mattine d'inverno, all'alba, quando tutta nuda, senza gli scrosci dell'acqua che cade, si offre alle cure di chi si preoccupa di mantenerla pulita, e ci guarda con occhio seccato, di fronte alla nostra attenzione di vicini curiosi e maliziosi, quasi a dirci (io immagino che la fontana parli con la voce di Marisa Merlini: una cadenza romana antica, ormai persa, ed un tono arrochito dalle troppe sigarette) "'a rega', ma cche vvoi? e vedi d'annattene, nun vedi che mme sto a ffa bella ppei turisti?"
E allora subito giù, per vedere questo "miracolo" laico della fontana rossa. Entro nella piazza e..., non ho con me la macchina fotografica, ma chiedo in prestito un telefonino con fotocamera incorporata, per documetare l'incredibile. Ecco cosa vedo:
C'è già un nastro giallo teso per impedire l'accesso alla scale che portano al bordo della fontana. Decine di agenti e funzionari delle forze dell'ordine impazziscono con i telefonini in mano. L'impressione è quella del disorientamento totale, del caos. Nessuno sembra sapere cosa sia successo. I più cinici (i custodi della galleria d'arte che ha l'accesso pochi metri dietro alla fontana) commentano "Ma nun lo vedi, è tutta pubblicità, stanno a ffa' 'n firme", i politicizzati chiedono a voce alta "avete voluto Vertroni? e mmo 'ndo sta? ar cinema sta!! ma nun era mejo che stava qua a guardasse i monumenti?"
L'acqua della fontana, che al momento del mio arrivo era chiusa, viene riaperta e scorre limpida dalle cascatelle. Poi però viene subito richiusa. Non si capisce chi coordini il tutto. Continua l'afflusso di vigili e poliziotti.
Arriva anche, preceduto da una scintillante staffetta di vigili in moto, un camioncino della nettezza urbana. Sembra incredulo di tanto onore e di tanta attenzione e, per darsi un tono, cerca di mantenere la velocità delle moto che lo scortano, ma il serbatoio di acqua che ha sul pianale sbanda vistosamente aggiungendo panico alla tensione in piazza.
Insomma, non si capisce niente. Allora la guardo, guardo la fontana negli occhi, la scruto. Sta là, imbronciata più del solito, tiene lo sguardo lontano. Poi però mi vede, mi riconosce e brusca mi dice "ahò, ma che c'avranno tanto da guardà, pe na vorta che mme sso mmessa 'npo de rossetto...!!"
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