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Buon compleanno, Velib, anche se...

Buon compleanno Vélib! Il 17 luglio dello scorso anno veniva ufficialmente inaugurato il servizio parigino di bike sharing.
In questi giorni la stampa internazionale parla ampiamente di questo anniversario sottolineando come l'idea di questo servizio (idea peraltro "originaria" di Lione), ma ancor di più le sue modalità di realizzazione e gestione, hanno ispirato molte altre città, Roma compresa (sic! vedi in fondo).

I numeri di Vélib sono più o meno questi (fonte il Sole 24h del 16 luglio 2008 e NYT del 13 luglio): nel primo anno il servizio è stato utilizzato 27 milioni di volte, nel giorno "medio" si contano circa 120.000 utilizzi (nei giorni di sciopero dei mezzi di trasporto gli utilizzi sono stati oltre 140.000), con una durata media del singolo percorso di 18'. Gli incassi sono stati di circa 20 milioni di euro, metà dei quali destinati alla JCDecaux, concessionaria della gestione del servizio e della manutenzione delle bici.

Le bici a disposizione sono circa 20.600, distribuite fra circa 1.450 stazioni di posteggio. La bici Vélib è stata costruita con criteri di particolare sicurezza e robustezza, pesa circa 22,5 kg ed è stata concepita per percorrenza di circa 10.000 km all'anno. Tutto questo ha un costo: ogni bici costa 3.460 euro.

Anche Vélib ha avuto le sue vittime: 3 ciclisti sono morti sulla bici Vélib a seguito di incidenti con autobus o camion, anche se i gestori del servizio rilevano che a fronte di una crescita del 27% nell'uso delle bici in città gli incidenti sono aumentati solo del 7%.

Però...però qualche problema c'é: oltre ai quotidiani atti di vandalismo (ogni giorno vanno in riparazione per guasti o gesti vandalici circa 1.500 veicoli), in quest'anno circa 3.000 bici, pari al 15% del parco circolante, sono state rubate, il doppio di quanto fosse stato preventivato. E i furti non sembrano addebitabili solo a qualche piccolo ladruncolo: alcune delle bici rubate sono state ritrovate in Romania, mentre altre sono state recuperate dentro container in partenza per il Marocco.

Tuttavia gli amministratori francesi non si scoraggiano e nei prossimi mesi saranno aperte altre 300 postazioni Vélib, prevalentemente nella banlieu, in corrispondenza delle fermate della rete ferroviaria regionale.

Fare dei paragoni è certamente difficile, ma cercare di capire come sarà lo sviluppo del bike sharing romano credo sia doveroso. Cifre, ad alcune settimane dall'inaugurazione del servizio, ancora non ce ne sono. Ad occhio, in giro per il centro città (unica zona dove è attivo il bike sharing) non si vedono molte bici rosse del servizio, ma è una rilevazione empirica. Dovremo aspettare il termine del periodo sperimentale di 6 mesi per capire che futuro avrà il bike sharing romano.

Nel frattempo 2 domande: quanto costa la bici adottata a Roma? a vederla e toccarla non sembra proprio valere la cifra della "sorellina" francese.
Perché dobbiamo chiamare questo servizio con un termine inglese (bike sharing)? I francesi hanno coniato un neologismo (Vélib, sintesi di "vélo" e "libérté"). Vi viene qualche idea?

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