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La foto non tragga in inganno: il cielo sereno, l'aria tersa, l'espressione tranquilla sono solo un espediente per indurvi a leggere questo amaro resoconto di una missione compiuta per conto del "Diavolo Rosso".
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Rimessa la coscia a posto si riparte e, dopo essere stati illusi dalla cortissima ciclabile
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Basta, dopo circa 1 ora di convenevoli e la promessa di organizzare qualcosa nelle prossime settimane, possiamo riprendere la strada...per altri 50 metri, perché adesso è l'ora di riempire la borraccia. Insomma, fra un gelato, un caffé, una richiesta di informazioni a tutte le ragazzette del posto ("Scusi, per andare a...?" "guarda, vai avanti fino a' 'na certa, poi gira!") completiamo il giro ad andatura più che turistica. E a magociclo resta un certo non so che di insoddisfazione...che lo porta a stare, domenica mattina, alla stazione di Ladispoli con bici e divisa d'ordinanza, pronto a replicare il giro, aggiungendo la bretella Ladispoli/Bracciano ad andatura consona alla squadra dei "Diavoletti rossi senz'ansia".
L'andatura, nonostante il progressivo dislivello, è buona, anche se fa molto caldo e non ci sono tratti ombreggiati. Bracciano viene raggiunto in una ventina di minuti e di lì comincia il giro del lago. Molto traffico di auto, un paio di automobilisti disgraziati che mi sfiorano, ma tutto sommato pochi problemi. Tuttavia il caldo, i km del giorno precedente e, soprattutto, un'alimentazione assolutamente inadeguata e insufficiente, innescano la CRISI. Già, al bivio della via circumlacuale inizia una salita che in 2 km porta al castello di Bracciano. Le forze, già scarse, vanno in riserva. E lo sbaglio di strada (proseguo in salita verso l'ospedale invece che infilare la comoda e rettilinea via Claudia) dà la mazzata finale. Magociclo si deve fermare sugli scalini della scuola di artiglieria, mangiare un kinder liquefatto dal caldo, bere una mezza borraccia di acqua tiepida e stare fermo un quarto d'ora. E' buio totale, le forze sono a zero, la volontà anche, provo ad immaginare tutte le possibili alternative (treno, corriera, amici motorizzati...). Piano piano, lentamente, un briciolo di luce si apre nella testa, la coscienza si scuote, l'orgoglio torna a farsi sentire. Provo a rimontare in sella, è durissima, ma sento di potercela fare. Mi dispiace per la media, che fino ad allora era stata più che dignitosa (27 km/h), che crolla miseramente. A riprendere coraggio mi aiuta il discesone "dell'ospedale", fino al bivio della "Settevene/Paolo, che infilo a velocità ridotta.
Come dice la legge di Murphy? "Se qualcosa può andare storto, lo farà". E quindi alla prima cambiata salta la catena, infilandosi sotto il deragliatore. La voglia di buttare la bici nel fosso e fare l'autostop è alta, ma resisto. Sotto un sole africano sistemo la catena e con le mani nere di polvere e grasso riprendo la strada. E' inutile descrivere la sofferenza di ogni metro, anche se devo ammettere che è stata inversamente proporzionale alla distanza da percorre: più mi avvicinavo alla meta, meno sentivo la fatica. Insomma, alla fine avrò percorso 82 km in 4 ore e 7', alla media di 19.9/h.
E' stata un'uscita istruttiva: ho imparato che prima di pedalare sotto il caldo si deve mangiare e che, ad intervalli regolari si deve mandar giù qualcosa.
Ma ho imparato anche che in sella si devono stringere i denti, che nessuno ti regala niente, ma che quando arrivi sei l'uomo più felice della terra.
Commenti
A pensare che mio marito (ex-ciclista-oraodioiciclisti)il giro del lago lo conosce benissimo, da ragazzo andava in vacanza dai parenti a Trevignano e si allenava con la bici da quelle parti.
Mamaa
Ladispoli- Sasso - Manziana - Settevene/Palo - Cerveteri Ladispoli.
(a MOnte dell'Oro - Sasso - si può mangiare un cingiale alla griglia divino)
Ladispoli- San Nicola - Strada di Ceri - Rocca di Ceri - ritorno da Cerveteri.
Fammi sapere quando che attivo il monitoraggio.
Angelo