La foto non tragga in inganno: il cielo sereno, l'aria tersa, l'espressione tranquilla sono solo un espediente per indurvi a leggere questo amaro resoconto di una missione compiuta per conto del "Diavolo Rosso".
Già, perché magociclo e Marco sono partiti sabato mattina per un'esplorazione del percorso che potrebbe diventare sede di una delle uscite "democratiche" del Gruppo Ciclistico "Diavolo Rosso". Appuntamento alla stazione del treno ad Anguillara. Qualche foto e poi via, veloci avendo come prima tappa Trevignano. Ma ecco il primo agguato: marco lancia il fischio di guerra...brutto segnale. E infatti una contrattura alla possente muscolatura della coscia lo costringe a fermarsi per cercare di sciogliere il muscolo e superare la violenta crisi di di dolore.
Rimessa la coscia a posto si riparte e, dopo essere stati illusi dalla cortissima ciclabile che accompagna la strada per un paio di km, entriamo a Trevignano. Marco si ricorda che qui dovrebbe abitare un suo vecchio compagno di scuola. Io penso "figurati, dopo oltre 30 anni, chissà dove sarà". Sapete dove stava? A Trevignano! E allora via alla sequela del "ti ricordi di quello e di quella..., hai più visto tizio...?, hai mai sentitocaio...?".
Basta, dopo circa 1 ora di convenevoli e la promessa di organizzare qualcosa nelle prossime settimane, possiamo riprendere la strada...per altri 50 metri, perché adesso è l'ora di riempire la borraccia. Insomma, fra un gelato, un caffé, una richiesta di informazioni a tutte le ragazzette del posto ("Scusi, per andare a...?" "guarda, vai avanti fino a' 'na certa, poi gira!") completiamo il giro ad andatura più che turistica. E a magociclo resta un certo non so che di insoddisfazione...che lo porta a stare, domenica mattina, alla stazione di Ladispoli con bici e divisa d'ordinanza, pronto a replicare il giro, aggiungendo la bretella Ladispoli/Bracciano ad andatura consona alla squadra dei "Diavoletti rossi senz'ansia".
L'andatura, nonostante il progressivo dislivello, è buona, anche se fa molto caldo e non ci sono tratti ombreggiati. Bracciano viene raggiunto in una ventina di minuti e di lì comincia il giro del lago. Molto traffico di auto, un paio di automobilisti disgraziati che mi sfiorano, ma tutto sommato pochi problemi. Tuttavia il caldo, i km del giorno precedente e, soprattutto, un'alimentazione assolutamente inadeguata e insufficiente, innescano la CRISI. Già, al bivio della via circumlacuale inizia una salita che in 2 km porta al castello di Bracciano. Le forze, già scarse, vanno in riserva. E lo sbaglio di strada (proseguo in salita verso l'ospedale invece che infilare la comoda e rettilinea via Claudia) dà la mazzata finale. Magociclo si deve fermare sugli scalini della scuola di artiglieria, mangiare un kinder liquefatto dal caldo, bere una mezza borraccia di acqua tiepida e stare fermo un quarto d'ora. E' buio totale, le forze sono a zero, la volontà anche, provo ad immaginare tutte le possibili alternative (treno, corriera, amici motorizzati...). Piano piano, lentamente, un briciolo di luce si apre nella testa, la coscienza si scuote, l'orgoglio torna a farsi sentire. Provo a rimontare in sella, è durissima, ma sento di potercela fare. Mi dispiace per la media, che fino ad allora era stata più che dignitosa (27 km/h), che crolla miseramente. A riprendere coraggio mi aiuta il discesone "dell'ospedale", fino al bivio della "Settevene/Paolo, che infilo a velocità ridotta.
Come dice la legge di Murphy? "Se qualcosa può andare storto, lo farà". E quindi alla prima cambiata salta la catena, infilandosi sotto il deragliatore. La voglia di buttare la bici nel fosso e fare l'autostop è alta, ma resisto. Sotto un sole africano sistemo la catena e con le mani nere di polvere e grasso riprendo la strada. E' inutile descrivere la sofferenza di ogni metro, anche se devo ammettere che è stata inversamente proporzionale alla distanza da percorre: più mi avvicinavo alla meta, meno sentivo la fatica. Insomma, alla fine avrò percorso 82 km in 4 ore e 7', alla media di 19.9/h.
E' stata un'uscita istruttiva: ho imparato che prima di pedalare sotto il caldo si deve mangiare e che, ad intervalli regolari si deve mandar giù qualcosa.
Ma ho imparato anche che in sella si devono stringere i denti, che nessuno ti regala niente, ma che quando arrivi sei l'uomo più felice della terra.
Commenti
A pensare che mio marito (ex-ciclista-oraodioiciclisti)il giro del lago lo conosce benissimo, da ragazzo andava in vacanza dai parenti a Trevignano e si allenava con la bici da quelle parti.
Mamaa
Ladispoli- Sasso - Manziana - Settevene/Palo - Cerveteri Ladispoli.
(a MOnte dell'Oro - Sasso - si può mangiare un cingiale alla griglia divino)
Ladispoli- San Nicola - Strada di Ceri - Rocca di Ceri - ritorno da Cerveteri.
Fammi sapere quando che attivo il monitoraggio.
Angelo