Il sig. Matteo Salvini, parlamentare italiano ed europeo, si è esibito recentemente, insieme ad alcuni suoi degni sodali, in un coretto di stampo razzista contro i napoletani. Immediatamente censurato da più parti (tranne che dai suoi compagni di partito che quindi probabilmente ne condividono la performance), ha risposta che "si trattava solo di canzoni da stadio", "chi si stupisce o si scandalizza vuol dire che sono almeno 30 anni che non mette piede in uno stadio", "ne abbiamo cantata subito dopo una contro il Verona". E proprio su queste risposte voglio soffermarmi qualche secondo: Secondo Salvini, nello stadio è lecito insultare, provocare, incitare all'odio fra popoli. O almeno, se non lecito, almeno tollerabile, tanto tollerabile che lui stesso ha prontamente aderito al coro. Mi domando come possa un parlamentare italiano sostenere questa tesi così idiota. Se esistono nel Paese situazioni di illegalità, un parlamentare dovrebbe farsi promotore d...