Sono i cycling hubs una delle risposte inglesi alla pressante richiesta di mobilità quotidiana a medio raggio, quella dei pendolari o meglio, in inglese, dei commuters.
Si tratta di centri attrezzati posti nelle immediate vicinanze di stazioni ferroviarie, attrezzati con posteggi per bici, meccanici e negozi specializzati in vendita di tutto ciò che attiene alla biciclette. In pratica il commuter arriva alla stazione e lì trova la sua bici posteggiata. La prende, la usa e poi alla sera la posteggia nuovamente e riprende il treno per tornare a casa.
Il progetto però non è lasciato alle belle parole, ma è supportato da un signor investimento di oltre 5 milioni di sterline da parte del governo di Sua Maestà la Regina, come riporta il quotidiano "The Guardian" nel numero del 23 giugno scorso.
L'obiettivo è quello di portare gli spostamenti quotidiani su bicicletta dall'attuale 2% al 34% dell'Olanda.
Posteggio per biciclette alla stazione di Amsterdam
Molto interessanti, e meritevoli di una riflessione da parte degli attenti lettori del blog, sono le parole di Lord Adonis, ministro dei Trasporti "I want to see every major station also serve as a cycling hub, as is the case in Holland," said Adonis. "Cycling in Holland is not in the genes, it's in the facilities that are available."
In altre parole, Lord Adonis sostiene che in nessun paese i cittadini usano la bicicletta per motivi genetici ma perché qualcuno (amministratori e politici) hanno creato le condizioni perché ciò avvenisse.
Nel mio piccolo una testimonianza di questo elementare principio. Come molti di voi sanno, il mio ufficio è nel centro di Roma. Nella primavera del 2008 ottenni l'installazione di rastrelliere per bici. All'epoca venivano utilizzati 2, massimo 3 stalli. Venerdì scorso i 10 stalli erano tutti occupati e altre 4 bici (per un totale di 14) erano poggiate al muro. Morale: è l'offerta che crea la domanda. Sono le piste ciclabili, i posteggi custoditi, il bike sharing (quello vero, non quello alla vaccinara) a creare domanda di mobilità ciclistica.
Si tratta di centri attrezzati posti nelle immediate vicinanze di stazioni ferroviarie, attrezzati con posteggi per bici, meccanici e negozi specializzati in vendita di tutto ciò che attiene alla biciclette. In pratica il commuter arriva alla stazione e lì trova la sua bici posteggiata. La prende, la usa e poi alla sera la posteggia nuovamente e riprende il treno per tornare a casa.
Il progetto però non è lasciato alle belle parole, ma è supportato da un signor investimento di oltre 5 milioni di sterline da parte del governo di Sua Maestà la Regina, come riporta il quotidiano "The Guardian" nel numero del 23 giugno scorso.
L'obiettivo è quello di portare gli spostamenti quotidiani su bicicletta dall'attuale 2% al 34% dell'Olanda.
Punto centrale dell'iniziativa sono i posteggi per le biciclette, che saranno custoditi e aperti 24 ore al giorno.
Posteggio per biciclette alla stazione di Amsterdam
Molto interessanti, e meritevoli di una riflessione da parte degli attenti lettori del blog, sono le parole di Lord Adonis, ministro dei Trasporti "I want to see every major station also serve as a cycling hub, as is the case in Holland," said Adonis. "Cycling in Holland is not in the genes, it's in the facilities that are available."
In altre parole, Lord Adonis sostiene che in nessun paese i cittadini usano la bicicletta per motivi genetici ma perché qualcuno (amministratori e politici) hanno creato le condizioni perché ciò avvenisse.
Nel mio piccolo una testimonianza di questo elementare principio. Come molti di voi sanno, il mio ufficio è nel centro di Roma. Nella primavera del 2008 ottenni l'installazione di rastrelliere per bici. All'epoca venivano utilizzati 2, massimo 3 stalli. Venerdì scorso i 10 stalli erano tutti occupati e altre 4 bici (per un totale di 14) erano poggiate al muro. Morale: è l'offerta che crea la domanda. Sono le piste ciclabili, i posteggi custoditi, il bike sharing (quello vero, non quello alla vaccinara) a creare domanda di mobilità ciclistica.
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