Passa ai contenuti principali

Come rinverdire i fasti imperiali di Roma antica?

La "geniale" idea è della società Vadis al Maximo: organizzare per 3 giorni, nell'autunno 2009, corse di bighe nel Circo Massimo, convocando aurighi da tutto il mondo.

La notizia sembrerebbe una balla estiva dovuta al troppo caldo, se non ci fosse tanto di lancio dell'ANSA a comunicarla.

Sembra che il programma sia già stato definito: nelle principali piazze di Roma dovrebbero essere ricreati angoli dell'antica Roma utilizzando le scenografie di film in giacenza presso Cinecittà e il Circo Massimo dovrebbe essere attrezzato per ospitare 35.000 spettatori, con mega-schermi in aree esterne per assistere alle corse, oltre a tutto il corredo di simili manifestazioni: tribune, posteggi, stand, chioschi per sfamare e dissetare gli spettatori (venderanno i ceci abbrustoliti e il vino con il miele?).

Certo che con questo clima politico non stupisce più niente, ma rinverdire i fasti imperiali di Roma antica, a meno di 90 anni dall'ultimo tentativo (la marcia su Roma è dell'ottobre del 1922) mette ansia.Spero solo che le varie Soprintendenze sospendano per qualche ora l'appassionante difesa dei sampietrini della ciclabile Tevere e perdano un po' del loro prezioso tempo per valutare l'impatto che quest'iniziativa avrebbe sulla boccheggiante ex Caput mundi!

Commenti

Anonimo ha detto…
Interessante notizia !
tante volte in bici a roma mi sono chiesto com'e` mai non si vede nessuna rappresentazione dell'antica roma - specialmente le "RUOTE" - ed ecco una bella sorpresa sul tuo blog !
UNA DOMANDA DA STRANIERO :
cosa c'entra la marcia su roma del 1922 con questa divertente iniziativa ?
ho visto le "chariot races" viaggiando in bici in altri paesi e a roma sarrebbe il massimo !!
facci sapere quando inizia non mancheremo - in bici naturalmente!!!
keep peddling,
peter
paolo ha detto…
In effetti c'entra poco la marcia su roma, presa come evento storico, raffrontata con il carnevale delle corse su biga. Il richiamo mentale mi è scattato perché il regime fascista si proponeva di rinverdire gli appannati fasti della Roma imperiale (pensa solo all'utilizzo dei fasci littori), anche attraverso manifestazioni folcloristiche.
Non credo che le chariot races, come le chiami tu, sarebbero un una manifestazione utile a rendere roma meno "sgarrupata" agli occhi del turista. Vedi, io a Roma ci vivo, e vedo che inesorabilmente sta diventando una città sporca, trasandata, egoista, disattenta al suo vero passato storico. E i turisti avvertono questa situazione e la visitano in tutta fretta. Oggi uno dei giri più diffusi è questo: alle 8.30 arrivo in pullman al traforo del Tritone. Di là a piedi per fontana di Trevi, poi Pantheon e piazza Navona. Lì ricongiungimento con il pullman e trasbordo a S.Pietro. Sono le 13.00: pranzo in osteria local/tipica/spennaturisti. Poi di nuovo pullman, salita sul Gianicolo, giro intorno al Colosseo e poi via, verso Napoli o Firenze, o Civitavecchia se i turisti partono per una crociera.
Ma come dar torto a questi turisti se non si fermano un po' di più nella città eterna?
In ogni caso noi continueremo ad andare in bici, sempre e ovunque e saremo felici se i ciclisti delle altre città verranno a trovarci. Una buona occasione, ma solo una delle tante, è stata la Critical Mass. Nel prossimo settembre faremo poi una discesa in bici lungo la banchina del Tevere con spiegazioni storiche dei vari ponti e dei siti che attraverseremo, e poi...e poi seguici, vedrai che troverai l'occasione buona per venire a Roma in bici. Grazie della visita.

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odia...

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte, ...

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella...