All'ingresso, un po' nascosta dalla vetrina, da un velocipede a pedali e dai tanti oggetti sparpagliati intorno, c'è la bici del pompiere,
Un particolare: dietro al fanalino anteriore c'è un piccolo contenitore. Credo servisse come serbatoio per il combustibile necessario a generare la fiammella del fanalino!
Segue la bici dell'arrotino, certamente più familiare ai nostri occhi rispetto alla precedente
Affascinante è poi la bici del pescatore, completa di tutto il necessario per una tranquilla e proficua giornata di pesca con la canna.
Queste bici mi hanno fatto ricordare una scena di tanti anni fa, quando ero ragazzino. Abitavo in un quartiere che allora era all'estrema periferia di Roma: vicino casa mia c'era una rivendita di vino, dove spesso la sera si incontravano degli uomini per bere un bicchiere di vino in compagnia. Ogni sabato, puntualmente, arrivava in bicicletta sul piazzale davanti a questa rivendita un barbiere. Posteggiava la bici, prendeva la borsa, che era del tipo "a cartella" (il barbiere la chiudeva intorno alla canna orizzontale della bici così che durante la pedalata dondolasse senza dargli ingombro), ne tirava fuori i ferri del mestiere e, all'aperto, davanti al "vini e oli" procedeva alla rasatura e alla tonsura settimanale dei suoi clienti.
Altri tempi, altri bisogni, altre attenzioni. Eppure la bici, nella sua essenza è ancora la stessa: impreziosita da materiali moderni, con luci, cambi e accessori all'ultima moda, ma sempre fondamentalmente un oggetto a due ruote spinto dalla forza della pedalata, trasmessa alla ruota da una catena.
Le foto sono state scattate presso il "Musée du Jouet" di Colmar, dove le bici erano esposte nell'ambito della mostra temporanea "Histoire du vélo à travers le Tour de France".
Commenti
Ho visto l'iniziativa della tua azienda, la Lombardo e l'ho trovata interessante. Sai, la mia filosofia è che tutto ciò che invoglia ad andare in bici è ben fatto!
Ciao, Silvia "Lombardo"!!