«Non mi è mai capitato - ha affermato Veltroni dopo aver assistito il 25 giugno al discorso di Berlusconi all'assemblea della Confesercenti - di trovarmi di fronte a un Presidente del Consiglio che fa un comizio a una categoria di persone che lavorano e aiutano il Paese a crescere. Chi ha quella responsabilità, dovrebbe rispettare le persone che si trova davanti, l'opposizione e il suo ruolo che è quello di Presidente del Consiglio."
Mi permetto di contestare questa affermazione.
Berlusconi, secondo la classifica 2008 del periodico americano Forbes, ha un capitale personale di 9.400.000.000 euro (nove miliardi e 400 milioni di euro, pari a 18.200.938.000.000 di lire, oltre 18mila miliardi di lire) ed è al 90° posto fra i ricchi del mondo. In Italia è il 3° nella classifica dei ricconi nostrani, dopo Michele Ferrero (proprietario della Ferrero) e Leonardo Del Vecchio (proprietario della Luxottica).
Pertanto il suo ruolo primario è chiaramente quello di tutelare il suo patrimonio personale, la salute delle sue tante aziende, italiane, estere e off-shore, nei settori dell'edilizia, della comunicazione, finanziario, commercio, sport, nonché i destini dei suoi cinque figli.
Per difendere questo impero, escluso (dai fatti) che lo possa fare esclusivamente competendo lealmente ad armi pari in un mercato regolate da regole trasparenti uguali per tutti, ha necessità di utilizzare anche le leve del potere politico, amministrativo e giudiziario.
La vera ragione per cui Berlusconi è in politica è il bisogno di tutelare il suo impero economico. Pertanto il ruolo che esprime è un ruolo, nella sua visione, assolutamente corretto: è un ruolo di parte, di una persona che difende i suoi interessi, attacca i suoi avversari, li mette in cattiva luce davanti all'opinione pubblica e si sforza di contrastarne con la massima energie le azioni, utilizzando tutte le armi di cui può disporre.
Pertanto, Veltroni, non si stupisca. Si domandi piuttosto perché la maggioranza degli italiani ha votato per formazioni politiche che accettano di supportare questo chiaro disegno, non politico ma difensivo degli interessi del 3° uomo più ricco d'Italia.
Forse per mancanza di un'alternativa politica credibile?
Mi permetto di contestare questa affermazione.
Berlusconi, secondo la classifica 2008 del periodico americano Forbes, ha un capitale personale di 9.400.000.000 euro (nove miliardi e 400 milioni di euro, pari a 18.200.938.000.000 di lire, oltre 18mila miliardi di lire) ed è al 90° posto fra i ricchi del mondo. In Italia è il 3° nella classifica dei ricconi nostrani, dopo Michele Ferrero (proprietario della Ferrero) e Leonardo Del Vecchio (proprietario della Luxottica).
Pertanto il suo ruolo primario è chiaramente quello di tutelare il suo patrimonio personale, la salute delle sue tante aziende, italiane, estere e off-shore, nei settori dell'edilizia, della comunicazione, finanziario, commercio, sport, nonché i destini dei suoi cinque figli.
Per difendere questo impero, escluso (dai fatti) che lo possa fare esclusivamente competendo lealmente ad armi pari in un mercato regolate da regole trasparenti uguali per tutti, ha necessità di utilizzare anche le leve del potere politico, amministrativo e giudiziario.
La vera ragione per cui Berlusconi è in politica è il bisogno di tutelare il suo impero economico. Pertanto il ruolo che esprime è un ruolo, nella sua visione, assolutamente corretto: è un ruolo di parte, di una persona che difende i suoi interessi, attacca i suoi avversari, li mette in cattiva luce davanti all'opinione pubblica e si sforza di contrastarne con la massima energie le azioni, utilizzando tutte le armi di cui può disporre.
Pertanto, Veltroni, non si stupisca. Si domandi piuttosto perché la maggioranza degli italiani ha votato per formazioni politiche che accettano di supportare questo chiaro disegno, non politico ma difensivo degli interessi del 3° uomo più ricco d'Italia.
Forse per mancanza di un'alternativa politica credibile?
Commenti
Non ci credo, sicuramente hanno sbagliato i conti!
Mamaa
Quest'anno invece il patrimonio è sceso e Berlusconi è precipitato in graduatoria.
Se poi questa retrocessione sia frutto di abili artifici dei suoi maghi della finanza, che potrebbero aver trasferito la titolarità di alcuni beni dal patrimonio personale a quello del gruppo, o dell'accanimento del governo comunista di Prodi (che, per inciso, non è riuscito nemmeno a produrre una striminzita legge sul conflitto di interessi) non lo so.
Secondo me però a questo declino di Berlusconi non è estraneo il declino complessivo del Paese: come dire...chi è causa del suo mal...
Don Rodrigo, Mussolini, Andreotti, Berlusconi...i veri idoli delle masse italiche.
Ave caiofabricius VALE