Passa ai contenuti principali

Inflazione programmata o bufala?

Leggo su un'agenzia di stampa: "...l'obiettivo di inflazione programmata all'1,7% quest'anno... è credibile e coerente con la necessità di non perdere ulteriore competitività". E' questa la premessa al rapporto contenente le previsioni del centro studi di Confindustria sugli scenari economici relativi al 2008 e al 2009.

Vado allora sul sito dell'ISTAT e leggo questi dati:
ISTAT. Indice dei prezzi al consumo FOI
Periodo di riferimento: maggio 2008. Aggiornato il 13 giugno 2008
Indice generale: 134,2
Variazione percentuale rispetto al mese precedente: +0,5%
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente: +3,5%

Quindi l'inflazione rilevata dall'ISTAT su base annuale è del 3,5%. Come si concilia questo dato con la previsione di Confindustria?

Commenti

Anonimo ha detto…
Non si concilia affatto. O meglio si concilia benissimo con le aspirazioni della confindustria (e del governo) visto i contratti si rinnovano sulla base dell'inflazione programmata. Quanto poi arrivare alla famosa quarta settimana non è certo un problema nè per il Silvio nazionale, nè per chi siede in Confindustria. Se infatti è vero che ormai parecchi anni che esiste questo divario, negli ultimi mesi è andato progressivamente aumentando. Ma i nostri valenti governanti, così attenti a tutti i dettagli (specialmente quelli personali) sapranno CERTAMENTE trovare delle brillanti soluzioni.
Con amarezza.
Anonimo ha detto…
Good question....l'inflazione vera e' quella istat, quella programmata e' l'obiettivo del governo che viene usato per i contratti. Ovviamente in questo caso l'inflazione programmata e' una bufala perche troppo bassa e infatti confindustria e sindacati stanno cercando un diverso indice da usare per i rinnovi contrattuali.
EB

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odiata dal popolo

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte,

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella