Schiacciata dalle tante notizie sportive del lunedì (motociclismo, tennis, calcio giocato e calciomercato) c'era oggi sui giornali anche la notizia della vittoria, nel campionato italiano di ciclismo maschile su strada di Filippo Simeoni, 37 anni, ciclista professionista da 13 anni, qualche vittoria di tappa nei "giri" fino al 2005, un grave incidente e il fallimento della squadra dove militava. Ma se nell'ambiente aveste chiesto chi fosse questo Simeoni, avreste visto espressioni strane, facce in difficoltà. Già perché il ciclismo professionista si teneva su, nel passato direi molto spesso, oggi forse meno, con due grandi forze: il doping e l'omertà. E Simeoni, caduto anche lui nel giro dell'EPO, ne era venuto fuori e aveva osato denunciare il medico che gestiva questo losco affare, il famigerato dott. Michele Ferrari, e Lance Armstrong, il ciclista americano padrone del Tour de France, che mal digerì questo affronto e scatenò il "gruppo" (composto da ciclisti succubi, compresi grandi nomi come Mario Cipollini) contro Filippo, costringendolo a rimanere sempre fuori da ogni iniziativa di successo. Armostrong, secondo quanto riferito da Simeoni, giunse a dirgli "Sono ricco, ho tempo e denaro, ti distruggo, ti faccio smettere di correre".
A volte la vita si comporta da galantuomo. A volte.
E invece Armostrong oggi non corre più, le ombre nere si allungano sempre più sulla sua stagione agonistica (è di oggi la condanna definitiva del Tribunale sportivo internazionale contro Floyd Landis,
l'americano già gregario di Armostrong che nel 2006 vinse il Tour de France, ma fu trovato positivo al testosterone. In conseguenza della pronuncia del tribunale quella vittoria gli è stata revocata) e invece Filippo Simeoni, con una fuga d'altri tempi ieri, regalandoci un'emozione dimenticata, ha vinto il campionato italiano a 37 anni.
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