Quotidiane mirabilie ciclabili romane: da porta S. Paolo all'Appia antica lungo le mura Aureliane e la Caffarella
Sono in bici, è domenica mattina (si è svegliato già il mercato direbbe il cantautore)... ma supero lo slargo di porta porta portese e proseguo verso porta s. Paolo, dove (forse) troverò qualche ciclista della domenica con cui fare un breve giretto in bici, prima che le nuvole nere, dense sopra la capitale, scarichino il loro contenuto sulle nostre teste.
E qui c'è già il primo errore: a porta s. Paolo non ci sono "pochi ciclisti della domenica", ma è presente, in gran numero (alla fine saremo oltre 45 partecipanti) il meglio del ciclismo urbano capitolino.
Secondo errore: pur essendo a Roma, l'appuntamento delle 9.30 è rispettato al minuto. Conferma che i ciclisti sono persone serie e puntuali, altro che stravaganti personaggi d'antan.
Il cielo purtroppo non promette niente di buono
e, si sa, ogni promessa è debito: 10 minuti dopo che Caiofabricius ha iniziato la spiegazione comincia a cadere la pioggia.
A questo punto però occorre introdurre il vero protagonista della giornata, Caiofabricius, d'ora in avanti solo Caio. Questo signore, con barba e maglietta nera e una vaga somiglianza con Roberto Vecchioni,
è l'anima della giornata. Ne è stato l'ideatore, il promotore, l'organizzatore, l'editore (ha stampato decine di dispense, regalandole ai partecipanti) e, soprattutto, il conduttore, nel senso che ha tentato di riversare in noi presenti alcune gocce della sua immensa cultura storico, politico, agronomo, metropolitana, zoologica e musicale. Tant'è che un incuriosito passante mi ha chiesto durante la giornata "ma quel signore è professore di storia o di scienze?"
Comunque, Caio inizia la sua calda, affascinante spiegazione, che durerà l'intera giornata, e ci porta come su un tappeto volante sopra la storia della nostra città, passando per i 7 re di Roma, Ladislao I di Napoli, i Barbari, la Resistenza, senza trascurare accenni di tecnica delle costruzioni (mura, torri di guardia, strade lastricate, conglomerati più o meno scivolosi),
di storia delle armi (indimenticabile la descrizione delle Balliste) e anche qualche pizzico di grand guignol. La pioggia cade, ma non ci bagna, non distoglie la nostra attenzione dal mondo di sogno che Caio ci proietta davanti agli occhi. E sarà così per l'intera giornata, che passerà tra una meraviglia dell'antichità presa da Caio delicatamente con due dita, spolverata con un soffio, mostrataci e poi rimessa con cura al suo posto, un pezzo di strada percorso in bici, fra volti non familiari eppure così vicini
E che dire della sosta al bosco sacro, nel cuore del parco della Caffarella, vicino ad alberi secolari e ad arbusti piantati proprio da Caio con i suoi amici del quartiere? O della magia spriginata da "S. Urbano", nascosto alla vista da un'inutile siepe, ma svelato magicamente ai nostri occhi da Caio? o della magia del ninfeo di Egeria e del tempio del dio Redigolo? O dei cori accompagnati dalla chitarra di Guido e dalla voce limpida e forte di Cecilia?
Tanti sarebbero gli spunti per un commento, una sottolineatura: ad esempio "Mamaa" con bambino sul sediolino e fotocamera saldata sul manubrio della bici
o i biscottini con il vino, magicamente usciti dall'inesauribile borsa di Patrizia
e rapidamente terminati nelle nostre voraci bocche.
Tanti sarebbero gli spunti per un racconto, una riflessione, un ricordo o un approfondimento. Ma forse, alla fine, tante parole potrebbero rovinare il ricordo di una magnifica giornata dedicata alle quotidiane mirabilie cicliste romane.
E allora basti un ringraziamento corale a tutti i presenti e a Caio che ha voluto e organizzato questa splendida iniziativa.
E qui c'è già il primo errore: a porta s. Paolo non ci sono "pochi ciclisti della domenica", ma è presente, in gran numero (alla fine saremo oltre 45 partecipanti) il meglio del ciclismo urbano capitolino.
Secondo errore: pur essendo a Roma, l'appuntamento delle 9.30 è rispettato al minuto. Conferma che i ciclisti sono persone serie e puntuali, altro che stravaganti personaggi d'antan.
Il cielo purtroppo non promette niente di buono
e, si sa, ogni promessa è debito: 10 minuti dopo che Caiofabricius ha iniziato la spiegazione comincia a cadere la pioggia.
A questo punto però occorre introdurre il vero protagonista della giornata, Caiofabricius, d'ora in avanti solo Caio. Questo signore, con barba e maglietta nera e una vaga somiglianza con Roberto Vecchioni,
è l'anima della giornata. Ne è stato l'ideatore, il promotore, l'organizzatore, l'editore (ha stampato decine di dispense, regalandole ai partecipanti) e, soprattutto, il conduttore, nel senso che ha tentato di riversare in noi presenti alcune gocce della sua immensa cultura storico, politico, agronomo, metropolitana, zoologica e musicale. Tant'è che un incuriosito passante mi ha chiesto durante la giornata "ma quel signore è professore di storia o di scienze?"
Comunque, Caio inizia la sua calda, affascinante spiegazione, che durerà l'intera giornata, e ci porta come su un tappeto volante sopra la storia della nostra città, passando per i 7 re di Roma, Ladislao I di Napoli, i Barbari, la Resistenza, senza trascurare accenni di tecnica delle costruzioni (mura, torri di guardia, strade lastricate, conglomerati più o meno scivolosi),
di storia delle armi (indimenticabile la descrizione delle Balliste) e anche qualche pizzico di grand guignol. La pioggia cade, ma non ci bagna, non distoglie la nostra attenzione dal mondo di sogno che Caio ci proietta davanti agli occhi. E sarà così per l'intera giornata, che passerà tra una meraviglia dell'antichità presa da Caio delicatamente con due dita, spolverata con un soffio, mostrataci e poi rimessa con cura al suo posto, un pezzo di strada percorso in bici, fra volti non familiari eppure così vicini
E che dire della sosta al bosco sacro, nel cuore del parco della Caffarella, vicino ad alberi secolari e ad arbusti piantati proprio da Caio con i suoi amici del quartiere? O della magia spriginata da "S. Urbano", nascosto alla vista da un'inutile siepe, ma svelato magicamente ai nostri occhi da Caio? o della magia del ninfeo di Egeria e del tempio del dio Redigolo? O dei cori accompagnati dalla chitarra di Guido e dalla voce limpida e forte di Cecilia?
Tanti sarebbero gli spunti per un commento, una sottolineatura: ad esempio "Mamaa" con bambino sul sediolino e fotocamera saldata sul manubrio della bici
o i biscottini con il vino, magicamente usciti dall'inesauribile borsa di Patrizia
e rapidamente terminati nelle nostre voraci bocche.
Tanti sarebbero gli spunti per un racconto, una riflessione, un ricordo o un approfondimento. Ma forse, alla fine, tante parole potrebbero rovinare il ricordo di una magnifica giornata dedicata alle quotidiane mirabilie cicliste romane.
E allora basti un ringraziamento corale a tutti i presenti e a Caio che ha voluto e organizzato questa splendida iniziativa.
Commenti
Grazie per questa bellissima pagina, adesso la ritaglio e me la conservo per i momenti bui.
E complimenti per questo tuo spazio..
Ciao!
AVe caiofabricius VALE
Mamaa