Passa ai contenuti principali

L'impegno (scandalosamente basso) dell'Italia verso la cooperazione internazionale e gli aiuti allo sviluppo

L'Italia, o meglio, l'attuale governo italiano, ha davvero raggiunto il livello minimo nella sua credibilità e nella sua dignità.
Andrea Sarubbi, deputato PD, ci racconta che oggi, durante un incontro a Montecitorio con le ONG che si occupano di questa materia, è emerso che...

"... i soldi messi sul piatto dei progetti (di cooperazione internazionale) dal solo mondo cattolico italiano (tra ong, mondo missionario e parte dell’8 per mille) sono molti di più di quelli investiti dal governo, che – come ben sappiamo – non mantiene fede neppure agli impegni presi in sede internazionale. La scusa solita, quella della crisi, non regge: tanto è vero che in altri Paesi – tipo la Gran Bretagna, guidata da un governo conservatore – la cooperazione è stata inclusa tra i settori strategici, come sanità e ricerca, e Downing street ne ha addirittura aumentato le risorse (del 35%, fino a tutto il 2014) per tenere fede agli Obiettivi del millennio. Un problema di reputazione? No, non solo. Un problema di vite umane, innanzitutto, perché per colpa dell’Italia quest’anno 100 mila persone non potranno essere curate con i farmaci retrovirali: non abbiamo infatti saldato le rate 2009/2010 del Fondo globale per la lotta all’Aids, alla tbc ed alla malaria. Ma anche la reputazione ha il suo perché: se infatti non abbiamo credibilità internazionale – si faceva notare nell’incontro di oggi – non possiamo poi pretendere che ci cada nelle mani un seggio all’Onu, per esempio, e neppure (più in piccolo) che qualche nostro rappresentante sia inserito nei board che gestiscono gli aiuti."

Qui l'intero articolo di Andrea Sarubbi

Commenti

Post popolari in questo blog

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte, ...

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella...

Roma non è Valencia

Roma non è Ferrara, ma nemmeno Valencia. In questi giorni si discute a Roma della costruzione di un ponte ciclopedonale sull'Aniene che sarà pronto nel 2011 e di un ponte sul Tevere, all'altezza di lungotevere Flaminio, che la città aspetta da oltre 100 anni. E mentre Roma parla a Valencia, terza città della Spagna, 800.000 abitanti e 78 km di piste ciclabili, hanno costruito in 4 anni scarsi, praticamente dal nulla, un porto gigantesco e bellissimo per l’America’s Cup. Hanno creato un parco urbano, quello del Turia, deviando l’omonimo fiume, (avete capito bene: hanno deviato il letto del fiume dal centro della città alla periferia!!) che offre uno sfogo verde a tutta la città. Il vecchio corso del fiume è diventato il Jardín del Turia, grande giardino e polmone verde della città. Lungo questo giardino si alternano impianti sportivi e prati. Lungo le due (ex) rive si trovano alcuni dei principali musei, monumenti e punti di interesse turistico della città che rendono questo gra...