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Della Tolfa e dintorni, ovvero, se non lavori non mangi...

Anche stavolta il tema del post appare oscuro, ma chi avrà la pazienza di avanzare nella lettura presto comprenderà come, nella tranquilla pace di una cittadina balneare dell'alto Lazio le proterve manie schiaviste di Masso si siano manifestate in tutta la loro evidenza e la voracità di Ventus e Parvus Magister si sia fatta beffe della gentilezza di anziane persone.

Se questa è la premessa, qui però occorre un'antipremessa: a me piacerebbe raccontare in maniera lineare una bella giornata di ciclismo, declinando numeri (che so, 53 Km di strada ad una media di circa 18 km/h, una bella salita percorsa a tutta per fare la gamba...) imprese agonistiche, magari qualche curiosità paesaggistica. E invece no, sono costretto a raccontare del crodino, della zucchina a scrocco, del tacchinaggio di prima mattina prima sui binari della stazione e poi sul treno ad opera di Parvus Magister...insomma, questa squadra meta sudans sembra più un esperimento di antropologia sociologica applicata che una squadra di ciclismo.

Cerchiamo di andare in ordine.

Alle 8.45, puntualissimi, Ventus, Parvus Magister e Magociclo si incontrano alla stazione di Roma S. Pietro, con destinazione Manziana.

Il treno tarda e questa circostanza diventa subito, per il Parvus, un'ottima occasione per agganciare contatti con giovani passeggere in attesa. Una volta sul treno, in ritardo di oltre 15', i sudantes sono accolti da una sobria ed asettica atmosfera "british". Qualche esempio dei dialoghi colti nella carrozza: "anvedi chi cce sta!" " ma voi 'ndo annate?" "viette a sede qua checcè 'nposto!" "butta qui 'a bici, sopra aamìa" (inutile sottolineare che il tono delle voci era tale da consentire un comodo ascolto anche ai passeggeri del treno successivo, ancora fermo alla stazione Termini.) Sul treno c'è una bella rappresentanza del "Coordinamento Roma Ciclabile" e di Legambiente, guidati dal mitico Maurizio Santoni, diretti a Capranica per la giornata di valorizzazione delle ferrovie dismesse. A loro un caro saluto.
Con il rammarico di Parvus, i "sudantes" però scendono prima degli altri amici ciclisti. Rammarico dovuto al fatto che Parvus nel frattempo aveva agganciato sul vagone una bella ragazza milanese, offrendosi di farle da guida ciclistica sui percorsi del Lazio. Salutato il gruppo di Legambiente (non prima di essersi dati appuntamento ad una fantomatica manifestazione detta "Magnalonga" i cui contenuti sono sufficientemente esplicitati nel titolo perché debba approfondirli ulteriormente) alla stazione di Manziana avviene il ricongiungimento con Masso, che lì aspettava.


La passeggiata per Manziana è piacevole perché si è appena aperto un vivace mercatino domenicale, ma il tempo chiama i "sudantes" alla fatica e allora via sulla strada, destinazione Tolfa. Il primo tratto è in discesa, fino al bivio per le terme di Stigliano. Poi la strada inizia maledettamente a salire. Ma è al km 17 che le cose si fanno serie: inizia una pendenza che in 7 km porta alla piazza della cittadina laziale, arroccata a circa 500 m di altitudine su uno sperone di roccia. Il freddo mattutino è oramai un ricordo e il sudore gocciola copioso dalle fronti dei ciclisti affannati. Il gruppetto si sgretola e magociclo purtroppo non può riferire eventuali episodi di cronaca perché rimasto fisso nelle retrovie con questo tipo di panorama:

Ma anche la salita più carogna ha una fine e i 4 "sudantes" si ritrovano sulla piazza di Tolfa per la foto ricordo della giornata

A questo punto giunge la "rasoiata" dall'aspetto gentile ma dal contenuto letale: Masso dice "perché non andiamo a casa mia al mare, vi offro una bella amatriciana?" Sono le 12.05 e l'idea di un piatto di pasta fumante alletta i tre incauti ciclisti. Si lanciano come un sol uomo sulla strada che dal colle picchia verso il litorale, non senza una dovuta fermata per rifornimento d'acqua a questo bel fontanile.


Ma arrivati a destinazione ecco cosa aspetta i nostri: c'è da scaricare da una capiente macchina appena arrivata da Roma un tavolo in tek massiccio e la relativa provvista di sei sedie, per portare il tutto al secondo piano di una palazzina dotata di sola scala a chiocciola. I nostri rimpiangono l'erta per Tolfa.
A fatica compiuta la promessa dell'amatriciana si volatilizza,con la presa d'atto che la casa non è "in funzione" e quindi si ripega su un ristorante del posto. E qui si compie l'ultima nefandezza della giornata: le comande tardano ad essere servite, la fame è tanta e Parvus non trova di meglio che fare gli occhi languidi e affamati ad una simpatica coppia di arzilli vecchietti che stanno mangiando al tavolo di fianco. Il peso di questi occhi è tale che la signora non può che proferire (sicuramente solo per forma, senza alcuna convinzione) la fatidica frase "vuole assaggiare?" riferendosi ad un piatto di croccanti zucchine fritte. Che errore ha compiuto la signora!! Fra le rapaci mani di Parvus e di Ventus si materializza come per magia una forchetta che in pochi secondi fa scempio del piatto di portata del tavolo vicino, lasciando inebetita la coppia di anziani, che di situazione assurde ne ha viste tante durante la sua lunga vita, ma così mai!
Il resto è cronaca: stazione, treno e rientro in città, discettando di ruote, mozzi e pulizia della bici.
Sintesi: con Meta Sudans si hanno poche ma granitiche certezze: si pedala in scioltezza e si assiste ad un teatrino perenne che mantiene alto l'umore e fa venire voglia di ripartire il prima possibile!

Commenti

Anonimo ha detto…
Magociclo
I Sudantes ringraziano. Con i tuoi resoconti ormai sei entrato nella leggenda.
Anonimo ha detto…
Ridooo...., ho in programma un traslochino, che ne direste di venire a fare una bella pedalata dalle mie parti ? sono garantiti crodino e spaghetti come piovesse !!!!
delizioso e leggendario davvero, Paolo.

i.

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