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"Un secchiello di ghiaccio, s'il vous plait", ovvero la Tuscia viterbese nell'interpretazione dei ciclisti della "meta sudans"

Le buone intenzioni c'erano tutte: sveglia presto, appuntamento preciso, meteo favorevole, bici revisionata ieri dal meccanico, copertoni nuovi, raggi regolati...insomma, non mancava nulla per dar vita ad una proficua giornata di sport e di allenamento dei Meta Sudans in vista dell'imminente cimento dell'Eroica. Ma con i Meta Sudans non si sa mai da dove si parte, ma si sa sempre dove si va a finire: a mangiare! E dire che abbiamo anche provato a resistere, ma...

...immaginate la scena: sono le ore 14.oo. Siamo in un paesino della provincia di Viterbo, davanti ad un'osteria , chiusa ad ora di pranzo. La proprietaria è tuttavia nelle vicinanze e, impietosita dagli occhi lacrimosi di PM (Parvus Magister) decide di aprire solo per noi e di offrirci il poco che ha: l'avanzo di una lasagna che hanno mangiato a pranzo in famiglia. Ci fa apparecchiare la tavola dal nipote Davide, il nipote di 13 anni, passato lì per caso. All'improvviso, nel silenzio quasi sacrale del locale deserto, rimbomba la voce di PM, che rivolto al ragazzino chiede imperioso "mi porti per favore un secchiello per il ghiaccio", e noi immaginiamo un impeccabile cameriere in frack portare una Magnum ghiacciata di Veuve Cliquot millesimata, presentata in un sontuoso secchiello di argento ripieno di ghiaccio fino all'orlo e coperto da un telo di preziosa lino ricamato. Gli occhi smarriti del ragazzino fanno tardivamente comprendere a PM l'inopportunità della domanda (visto peraltro che da bere aveva davanti solo una Sprite, e pure in lattina). Dalla cucina la voce dell'ostessa tuona "ma che ce devi fà cor ghiaccio?". Sarebbe stato difficile a quel punto spiegarle delle cene consumate a Montecarlo o sulle più rinomate terrazze della nobilità romana e quindi PM si rifugia in un mesto e sussurrato "niente, niente, mi sono sbagliato"!

La partenza da Oriolo Romano era avvenuta alle 9.30, con un leggero ritardo sulla tabella di marcia sviluppata dal capitano Ventus, accompagnato nell'uscita da Parvus Magister e Magociclo. I 3 si pavoneggiano nelle loro nuove fiammanti divise, e la media ne risente immediatamente. La prima sosta è a Barbarano Romano, un paese costruito sul tufo, lungo l'antica via Clodia, con belle mura ed un'imponente porta di ingresso. La foto ricordo viene scattata da un'arzilla signora inglese, solo leggermente infastidita dalle chiacchiere in gramelot pseudo inglese del capitano.

La seconda tappa è Blera,

splendida sopra un vallone, valicato da un ardito (e stretto) ponte, antica città etrusca circondata da acque e verde e da vestige etrusche e romane (da non perdere l'antico tracciato della via clodia e il ponte del diavolo).

E fin qui, direte, tutto normale: poche pedalate, tante chiacchiere e tante soste, in perfetta linea con lo stile Meta Sudans. Si raggiunge Vetralla, e si prosegue, non senza qualche incertezza sull'itinerario da seguire, verso Cura e poi, lungo la Cassia, in direzione "Le querce di Orlando". Ma qui accade l'imprevisto: Magociclo sente un paio di robusti "crack" provenire dalla ruota posteriore (già più volte criticata nelle ore precedenti dal capitano per la mancanza di centratura) seguiti dal blocco della stessa. Imprecazioni di rito, verifica immediata e diagnosi semplice: ruota (revisonata ieri dal meccanico) bloccata dal freno perché completamente fuori centro a causa della rottura di 2 raggi.
E qui il Fato benigno assume le sembianze del capitano, che smesse le vesti del capo spedizione, assume quelle del pronto intervento meccanico. Interviene con rapidità sulla ruota e in meno di mezz'ora la rimette in condizione di rotolare fino all'arrivo. PM, nel frattempo, si sta domandando chi glielo abbia fatto fare, di uscire oggi con questi due svitati. L'ultima parte del percorso è una fantastica simulazione, lungo la "via Canaglia" (si chiama proprio così!), delle condizioni che troveremo all'Eroica: strada bianca e brecciolino, polvere e sudore.
E poi, e poi eccoci davanti a quell'osteria galeotta. Abbiamo provato a resistere, ma all'offerta della lasagna calda fatta in casa non ce l'abbiamo fatta. Perbacco, anche noi siamo fatti di carne (qualcuno in particolare è fatto di tanta carne)! E alla lasagna sono seguiti i biscottini assortiti del forno, di cui abbiamo fatto copiosa incetta da portare a casa. Alla fine, come souvenir, l'ostessa ci ha regalato un panino farcito di funghi porcini e cotto al forno!

Dati tecnici: uscita su strada, percorso caratterizzato da continui saliscendi, un tratto di circa 5 km in strada bianca ben tenuta, km percorsi 55,00, media di poco superiore ai 21 km/h.

Ecco la traccia del percorso. Ringrazio Marco "Cormarco" per aver inventato, sperimentato, presentatomi e ricordatomi il giro. E' un gran conoscitore della provincia di viterbo e ne conosce davvero tutti gli angoli!

Visualizza La Tuscia Viterbese - Oriolo - Veiano - Barbarano - Blera - Vetralla - Strada Canaglia - Capranica s. - Oriolo in una mappa di dimensioni maggiori

Commenti

alberto ha detto…
Mago, puoi postare la traccia dell'itinerario che avete seguito? E i 5 km di strada bianca, come li avete pescati?
paolo ha detto…
Traccia postata. La strada bianca è quella compresa fra l'indicazione SS. 493 e Capranica scalo. Sono 4,7 km (che possono aumentare se si percorrono le varie diramazioni interne) noti come "Strada Canaglia"
Anonimo ha detto…
.......Ma.... i porcini sono parte integrante della preparazione atletica per l'eroica???? ..........mah!!!
MAP
Alice:::... ha detto…
bella questa gita documentata! bravi ragazzi eroici ancora prima di partire :) la scena della lasagna è presa da un film di Troisi? :)

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