Nel numero in edicola oggi il New Yorker, famoso magazine americano, riprende il filone delle riflessioni estere sull'Italia. E lo fa, purtroppo, prendendo di nuovo, dopo l'articolo di alcune settimane fa del New York Times, come miglior descrittore della nostra realtà Beppe Grillo. Le riflessioni ovviamente sono critiche, si parla di un paese sbranato dalla corruzione e da politici disonesti (in realtà nemmeno una parola sui problemi sostanziali: l'economia, il debito pubblico, il gap energetico, la mancanza di una strategia disviluppo). No, all'estero, o almeno agli USA, fa comodo vederci come una una macchietta, una repubblica delle banane, dove, sotto un bel sole, tutti intascano mazzette e ordiscono trame. In realtà il paese è senza guida, deve fronteggiare problemi enormi, ma questa chiave di lettura che gli americani hanno di noi mi irrita. Continuano a vederci come un paese di maschere, e l'unico sforzo che compiono per capirci è quello di sostituire Pulcinella con Grillo!
È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella...
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