Passa ai contenuti principali

Un appello al PD: interrompete voi il dialogo con il cav B!

Cari amici del PD, ho una proposta da formularvi, una proposta che parte da una constatazione: negli ultimi giorni Berlusconi è stato chiaro "Non mi siederò mai al tavolo con questa sinistra leninista e antidemocratica. E sulla giustizia sono pronto a cambiare la Costituzione" le sue parole. E continuando ha detto "Ha ragione Bonaiuti quando dice che (i partiti di opposizione) sono marxisti leninisti. Ci vuole un cambio di generazione per avere da noi una socialdemocrazia. Non accetto di parlare con questo tipo di persone".

Mi sembra dunque chiaro che il cav B non voglia parlare con l'opposizione, o che, peggio, voglia imporre lui all'opposizione tempi, modi e contenuti del dialogo.

Ma allora, signori del PD, perché non prenderlo per una volta in parola? Interrompete ogni dialogo con il PDL, ad ogni livello (nazionale, locale, informale), chiudete le porte ad ogni forma di confronto, anche televisivo o radiofonico, lasciatelo una volta per tutte solo con le sue ambizioni, le sue fobie, i suoi deliri. Coordinate centralmente tutte le uscite pubbliche dei vostri dirigenti e concentratele sui temi che a voi stanno più a cuore.

Sottraetevi quindi al sadico gioco dell' "agenda". Oggi infatti sono i sudditi del cav B che incalzano l'opposizione, sottoponendo al Paese i temi del dibattito politico. In una realtà "normale" dovrebbe invece avvenire il contrario, dovrebbe cioè essere l'opposizione a proporre i temi del confronto e a sollecitare ed incalzare la maggioranza.

Prendetevi perciò le vostre responsabilita: credete che i temi centrali dell'iniziativa politica debbano essere oggi la crisi economica, il sostegno a famiglie e piccole imprese? E allora spingete su questi argomenti senza replicare alle bordate via via più insidiose su magistratura, federalismo, scuola e altro.

Siate voi gli attori del dibattito e lasciate alla maggioranza isolata politicamente la responsabilità di decisioni che la porteranno certamente allo scontro con i suoi elettori, che non potrà certo accontentare sempre e comunque!

Commenti

Anonimo ha detto…
La politica vera è altra. Questo è mero esercizio di potere e conseguenti equilibri.
Ma non da oggi. Chi ha orecchie per intendere intenda questo:
http://it.youtube.com/watch?v=70CjTqBx6Co

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odiata dal popolo

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte,

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella