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ATO & STA

ATO e STA, nomi d'arte di due tredicenni anni romani che, zainetto in spalla, si allenano ad usare le vernici spray su tristi muri scrostati di alcuni capannoni abbandonati. Li incrocio un pomeriggio sul lato della pista ciclabile tevere nord, mi incuriosisco e mi fermo.Il territorio intorno è triste, discariche a cielo aperto, insediamenti abusivi nascosti sotto le fratte sul greto del fiume, la linea ferroviaria locale con stazioni che oggi sono conosciute in tutta Italia per i fatti di cronaca che vi sono accaduti. I ciclisti passano velocemente, senza alzare lo sguardo dal percorso, chiusi nei pensieri e nel timore di qualche incontro potenzialmente spiacevole.

Loro due però sono cordiali, aperti, sorridenti, direi incoscienti di quanto "brutto" li circondi. Non scappano quando mi fermo, scendo dalla bici e li avvicino per chiedere loro se sono disponibili a farsi fotografare. Anzi, ATO risponde immediatamente "che fico", e si rimette all'opera. Mi dice però che il "graffito" del giorno precedente è più bello e perciò vuole essere fotografato mentre rifinisce il suo capolavoro, che è anche il suo logo.
STA invece è silenzioso, concentrato sulle bombolette e sul muro, non cerca la posa ad effetto, vuole farsi vedere grande, disinteressato alla macchina fotografica, anche se la curiosità dei tredici anni lo tradisce e lo pizzico un paio di volte a guardarmi da sotto il braccio che impugna lo spray.
Provo ad usare un gergo da giovane, ma mi accorgo subito che è da giovane degli anni '70, perché non mi capiscono:
"le bombolette le avete zottate?"
"Scusi, in che senso?"
"Nel senso che le avete fregate in qualche ferramenta?"
"Non tutte" è la risposta secca, con un tono che indica la poca volontà di approfondire il tema.
Gli chiedo un indirizzo di posta elettronica per mandargli le foto: me ne danno uno che si rivelerà poi fasullo. Meno male, almeno un po' di prudenza.
L'ultima domanda: "ma che, 'ste foto poi le pubblica su un giornale?"
"Non credo, mi servono per un blog"
"Che fico", e si rimettono al lavoro concentrati e assorti come se, invece di essere nella terra di nessuno della periferia romana, stessero completando gli affreschi della cappella sistina.

Commenti

Anonimo ha detto…
A proposito di linguaggio giovanile.......Lo sai cosa vuol dire shipping...alternativa allo shopping????!!!!!!!!!!!

MAP
paolo ha detto…
trasportare le merci via mare?
oppure rubare con destrezza la borsetta ad una signora?

magociclo
Anonimo ha detto…
no vuole dire andare in un negozio provare ed indossare capi ed uscire senza passare alla cassa!!!!!!..

MAP
Anonimo ha detto…
Perfetto! In linea con gli insegnamenti subliminali dei nuovi Comandanti B! Guardo, provo, prendo quello che mi piace (dal negozio o dal paese fa lo stesso)e me ne vado indisturbato. e se qualcuno prova a fermarmi o a chiedermi ragione del comportamento, gli facciamo fare un test psicoattitudinale!

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