Passa ai contenuti principali

Il deserto dei Tartari e il cav B - AGGIORNATO

"Aumentare di 10 volte il numero dei militari che, invece di essere un esercito che fa la guardia nei confronti del deserto dei Tartari, sara' utilizzato per combattere l'esercito del male". Questo ha detto il presidente del Consiglio, come risposta dello stato ai recenti episodi di cronaca nera.

Innanzitutto mi domando come i militari italiani abbiano accolto la frase del capo del governo (subito avallata dal fido luogotente ministro della difesa), che li paragona al manipolo isolato guidato dal tenente Giovanni Drogo, sempre in attesa di un nemico che non arriva mai, magistralmente raccontato da Buzzati.
Le nostre Forze Armate servono lealmente il paese nel massimo rispetto della Costituzione, con enormi sforzi, necessari a sopportare le ristrettezze del bilancio. Rappresentano l'Italia all'estero e sono fonte di rispetto e di orgoglio verso il Paese per come sanno agire. Trovo insolente, irriguardoso, spregevole il discorso del cav. B, soprattutto se pronunciato dal leader di uno schieramento sempre pronto alla retorica patriottica, alla difesa dei sacri confini dallo straniero invasore e alla lacrima di cordoglio quando accade che qualche militare italiano torni a casa chiuso in una bara a bordo di un Hercules dell'aeronautica.
Ma il vero punto di domanda suscitato dall'affermazione del cav B riguarda il suo pensiero sul nostro tessuto sociale. Sembra proprio che lui veda le nostre città come un bel tabellone di Risiko, i buoni di qua e i cattivi di là. Basta dare qualche armata in più ai buoni e voilà, la partita è vinta.
Ma qualcuno è in grado di spiegare al cav B che la realtà invece è un "po' " più complessa? Qualcuno gli può dire che nelle città ci sono quartieri, uomini e donne, strade, scuole, uffici, ospedali, cinema, carceri...che le città sono una matassa inestricabile di persone, ambienti, situazioni dove solo la conoscenza, la presenza, la consapevolezza possono consentire di far apparire presente lo "Stato". Una buona idea potrebbe essere quella di rafforzare la figura del poliziotto di quartiere, oggi limitata a pochissime zone di città e con orari ristretti.

Proposta: invece di rinforzare le armate urbane, che generano paura e allontanamento, si costruiscano scuole che non cadono in testa agli studenti, si assegnino borse di studio, si aprano oratori, piscine, campi sportivi, si diano fondi alle associazioni che levano i giovani dalla strada insegnando loro che si può essere uomini senza dover ammazzare o spacciare e donne senza doversi vendere sul marciapiede. Se necessario, si aumentino gli stanziamenti per le forze dell'ordine, per assumere più personale e per dotarle di migliori supporti tecnici ed organizzativi.
Qualcuno gli spieghi che con i soldati non otterrà niente se non scontentare le forze armate, depauperandole di risorse e di addestramento, avvilire le forze dell'ordine (in primis la polizia di stato) implicitamente ritenute non in grado di svolgere il loro compito, impaurire i cittadini e aumentare la nostra distanza dal mondo civile.
AGGIORNAMENTO DEL 25.01.2009
LE AGENZIE HANNO RIPORTATO UN COMMENTO DEL CAV B ALLO STUPRO DELLA RAGAZZA A GUIDONIA: "SERVIREBBERO TANTI SOLDATI QUANTE BELLE DONNE".
Volendo entrare nella mente del cav B, forse voleva tranquillizzare le donne brutte informandole che il loro aspetto fisico le mette al riparo dagli attacchi dei violentatori? O forse è solo una nuova, aberrante ed inqualificabile affermazione di un uomo incapace di parlare con rispetto delle donne?

Le foto inserite nel post sono tratte da Repubblica.it fotogallerie

Commenti

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odiata dal popolo

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte,

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella