Ottavio Bottecchia (1894-1927), vincitore del Tour de France del 1924 e 1925 e di tante altre gare ciclistiche, morì misteriosamente 81 anni fa, nel 1927, senza che i medici del tempo potessero fare nulla per salvarlo e senza che fosse mai appurata la causa vera della morte.
Bottecchia era nato il 1° agosto 1894 a San Martino di Colle Umberto in provincia di Treviso. Dopo aver fatto il muratore in Germania, combattè come bersagliere nella prima guerra mondiale. Dopo il congedo nel 1919 dovette emigrare in Francia dove rimase poco più di 1 anno facendo il muratore, senza però mai abbandonare la passione della bicicletta. In bici mostrò presto il suo valore: nei primi anni Venti vinse il il Giro del Piave, il Giro del Friuli e quello del Veneto, la Milano-San Remo, alcune tappe del Tour de France del 1923; fu il primo italiano a vincere il Tour (nel 1924) aggiudicandosi quella gara anche l’anno seguente.
Tutti i suoi allenamenti, compreso quello fatale del 1927, si tenevano in Friuli, in Veneto e a Trieste; correva da solo o in compagnia del fratello Giovanni (peraltro morto pochi giorni prima di Ottavio in seguito ad un investimento mentre si allenava) e di altri ciclisti del tempo.
La sua lunga agonia e la sua morte a 33 anni il 15 giugno 1927 destarono grandissima sensazione in Italia e in Francia e non solo nel mondo sportivo.
La morte di Bottecchia fu un "giallo" irrisolto: omicidio, incidente, o malore? Quel giorno il ciclista trevigiano, nato a San Martino di Colle Umberto nel 1894, si sta allenando. È trovato agonizzante sulla strada a Peonis di Trasaghis (Udine). Portato all'ospedale di Gemona, finisce in coma e muore. Ha due fratture alla base cranica e alla spalla. È caduto allacciandosi un cinturino dei pedali? L'hanno picchiato a morte i fascisti, o un contadino a cui aveva rubato frutta da un campo? Ha avuto una congestione per la birra gelata bevuta poco prima in un bar
Ad oltre ottant'anni (proprio questo anniversario s'intende celebrare) da quel 3 giugno 1927 non c'è ancora una risposta. E mai ci sarà. Nonostante le sei biografie scritte sul caso e le decine di congetture. ?
La sua storia è diventata ora un bel documentario di 53 minuti, prodotto dalla Cineteca del Friuli di Gemona. S'intitola Bottecchia, l'ultima pedalata. L'ha realizzato Gloria De Antoni. Le hanno fatto da guida d'eccezione il giornalista Gianni Mura e Roberto Fagiolo, autore del libro "Bottecchia l'inafferrabile".
Bottecchia era nato il 1° agosto 1894 a San Martino di Colle Umberto in provincia di Treviso. Dopo aver fatto il muratore in Germania, combattè come bersagliere nella prima guerra mondiale. Dopo il congedo nel 1919 dovette emigrare in Francia dove rimase poco più di 1 anno facendo il muratore, senza però mai abbandonare la passione della bicicletta. In bici mostrò presto il suo valore: nei primi anni Venti vinse il il Giro del Piave, il Giro del Friuli e quello del Veneto, la Milano-San Remo, alcune tappe del Tour de France del 1923; fu il primo italiano a vincere il Tour (nel 1924) aggiudicandosi quella gara anche l’anno seguente.
Tutti i suoi allenamenti, compreso quello fatale del 1927, si tenevano in Friuli, in Veneto e a Trieste; correva da solo o in compagnia del fratello Giovanni (peraltro morto pochi giorni prima di Ottavio in seguito ad un investimento mentre si allenava) e di altri ciclisti del tempo.
La sua lunga agonia e la sua morte a 33 anni il 15 giugno 1927 destarono grandissima sensazione in Italia e in Francia e non solo nel mondo sportivo.
La morte di Bottecchia fu un "giallo" irrisolto: omicidio, incidente, o malore? Quel giorno il ciclista trevigiano, nato a San Martino di Colle Umberto nel 1894, si sta allenando. È trovato agonizzante sulla strada a Peonis di Trasaghis (Udine). Portato all'ospedale di Gemona, finisce in coma e muore. Ha due fratture alla base cranica e alla spalla. È caduto allacciandosi un cinturino dei pedali? L'hanno picchiato a morte i fascisti, o un contadino a cui aveva rubato frutta da un campo? Ha avuto una congestione per la birra gelata bevuta poco prima in un bar
Ad oltre ottant'anni (proprio questo anniversario s'intende celebrare) da quel 3 giugno 1927 non c'è ancora una risposta. E mai ci sarà. Nonostante le sei biografie scritte sul caso e le decine di congetture. ?
La sua storia è diventata ora un bel documentario di 53 minuti, prodotto dalla Cineteca del Friuli di Gemona. S'intitola Bottecchia, l'ultima pedalata. L'ha realizzato Gloria De Antoni. Le hanno fatto da guida d'eccezione il giornalista Gianni Mura e Roberto Fagiolo, autore del libro "Bottecchia l'inafferrabile".
Commenti