Oggi si celebra la giornata mondiale contro la pena di morte.
Amnesty International e le altre associazioni impegnate contro la pena di morte, quest'anno invitano a fare pressing in particolare su 6 paesi asiatici: Corea del Sud, India,Taiwan (dove si sono registrati comunque importanti passi in avanti per l'abolizione della pena capitale) Giappone, Pakistan e Vietnam.
La pena di morte è la punizione più crudele, inumana e degradante. Viola il diritto alla vita.
Qualunque forma abbia - elettrocuzione, impiccagione, asfissia, decapitazione, lapidazione, fucilazione o iniezione letale - è una punizione violenta che non ha posto nell’odierno sistema di giustizia penale.
Eppure, persiste.
In molti paesi, i governi giustificano l’uso della pena di morte sostenendo sia un deterrente. Ma non vi è alcuna prova che sia più efficace di altre pene severe nel ridurre la criminalità. La pena di morte è discriminatoria. È spesso usata in modo sproporzionato contro poveri e membri di minoranze razziali, etniche e religiose. È imposta e applicata arbitrariamente. In alcuni paesi è utilizzata come strumento di repressione, un modo rapido e brutale per mettere a tacere l’opposizione politica.
La pena di morte è irreversibile; insieme a pregiudizi e a un sistema giudiziario incline agli errori umani, il rischio di mettere a morte un innocente è sempre presente. Errori come questi non possono essere riparati.
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