Uno dei temi più discussi dai ciclisti è quello della sicurezza su strada e delle modalità di condivisione dello spazio con il traffico motorizzato.
I problemi sono arcinoti: mancanza di percorsi riservati alle biciclette, arroganza degli automobilisti, ciclisti alle volte troppo disinvolti...
In questi ultimi mesi sono state presentate delle "invenzioni" che dovrebbero, nella mente degli inventori, mitigare i rischi e rendere più semplice la coabitazione su strada di bici e traffico motorizzato.
L'invenzione, ma sarebbe meglio dire "l'applicazione" più interessante è proposta dai designer di "Altitude", che propongono una pista ciclabile "virtuale", chiamata "light lane" da usare di notte. In pratica un apparecchio laser montato sulla bici disegna posteriormente e lateralmente alla bici il profilo di una pista ciclabile, con tanto di logo, inducendo alla prudenza gli automobilisti e rendendo molto visibile il ciclista nel buio.
L'effetto finale dovrebbe essere più o meno questo:La seconda invenzione, definita "speedvest" e ripresa anche dal quotidiano The Telegraph è meno interessante e non mi sembra offrire un aumento dei margini di sicurezza. Si tratta di un giubbotto da indossare in bici, che sulla schiena mostra la velocità alla quale il ciclista sta andando. Il principio è semplice: un normale rilevatore di velocità è posizionato sulla forcella anteriore. Questo è collegato, tramite un trasmettitore, ad un micro ricevitore che decodifica il segnale e fa illuminare i led posti sul giubbotto così da comporre il numero della velocità. Risulato? Questo:Che ne pensate?
I problemi sono arcinoti: mancanza di percorsi riservati alle biciclette, arroganza degli automobilisti, ciclisti alle volte troppo disinvolti...
In questi ultimi mesi sono state presentate delle "invenzioni" che dovrebbero, nella mente degli inventori, mitigare i rischi e rendere più semplice la coabitazione su strada di bici e traffico motorizzato.
L'invenzione, ma sarebbe meglio dire "l'applicazione" più interessante è proposta dai designer di "Altitude", che propongono una pista ciclabile "virtuale", chiamata "light lane" da usare di notte. In pratica un apparecchio laser montato sulla bici disegna posteriormente e lateralmente alla bici il profilo di una pista ciclabile, con tanto di logo, inducendo alla prudenza gli automobilisti e rendendo molto visibile il ciclista nel buio.
L'effetto finale dovrebbe essere più o meno questo:La seconda invenzione, definita "speedvest" e ripresa anche dal quotidiano The Telegraph è meno interessante e non mi sembra offrire un aumento dei margini di sicurezza. Si tratta di un giubbotto da indossare in bici, che sulla schiena mostra la velocità alla quale il ciclista sta andando. Il principio è semplice: un normale rilevatore di velocità è posizionato sulla forcella anteriore. Questo è collegato, tramite un trasmettitore, ad un micro ricevitore che decodifica il segnale e fa illuminare i led posti sul giubbotto così da comporre il numero della velocità. Risulato? Questo:Che ne pensate?
Commenti
Con 1 Euro ormai si acquista il kit completo ant/post a led luminosissimo e duraturo.
Se si volesse fare qualcosa di concreto per la sicurezza di tutti, TUTTI sanno DOVE E COME intervenire, in sintesi:
M O D E R A Z I O N E DEL TRAFFICO!
Il delirio di (im)potenza del sorciocorrente va stroncato con fermezza facendo rispettare i limiti di velocità urbani, introducendo zone 30, isole e ciclabili.
NON CI SONO ALTERNATIVE.
AVe caiofabricius VALE
Nel primo caso è più facile che l'automobilista che segue si distragga, ed in ansia di capire quale simpatico disegnino il mio deretano proietti mi stiri con nonchalance.
Nel secondo caso invece prevedo l'investimento colposo in quanto l'automobilista staccherebbe le mani dal volante per utilizzare penna e taccquino annotandosi i numeri da giocare al lotto.
Ovviamente segnalati dal quel buffo omino luminescente li davanti.
PS: ho preso in prestito la tua "bicirassegnastampa", magocì! ^__^ molto, ma molto widget!
Cristiano dalianera