In queste ore ho avuto l'opportunità di leggere 2 post in 2 differenti blog su temi apparentementi non collegati. Il primo, dal titolo "L'uomo della pace" è apparso sul Blog di Andrea Sarubbi, parlamentare del PD, ed è dedicato all'incontro avvenuto il 9 nove febbraio fra il Dalai Lama e 120 parlamentari italiani. Nel post viene sottolineato lo sforzo che il Dalai Lama sta compiendo per convincere i tibetani a mantenere nei limiti della non violenza la pressione sulla Cina perché riconosca l'autonomia al Tibet.
Il secondo post dal titolo "Kramer contro Kramer", apparso sul blog di Lorenzo Sacconi, professore di Politica Economica e di Economia Etica, è dedicato all'azione del suo omonimo Maurizio Sacconi (ma niente di più di una casuale omonimia, sottolinea il blogger, anzi...) attuale ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, che viene definito "adetto alla spaccatura del Paese". L'uomo che ha diviso il sindacato (nella vicenda Alitalia e nel protocollo sulle relazioni industriali), che ha diviso il paese proponendo il Decreto Legge sul caso "Eluana", quasi che il suo fine di politico fosse il dividere e non il trovare il punto di massima convergenza.
Ecco, qui mi è scattata la riflessione: nel mondo ci sono uomini che spendono l'intera vita per cucire consenso intorno alle loro opinioni, pazientemente, con la forza della testimonianza e della persuasione, e ce ne sono altri che cambiano frequentemente opinioni (e, nel caso del ministro Sacconi cambiano anche radicalmente orientamento politico, passando dal partito socialista a Forza Italia e ora al PdL) e che pretendono di racogliere il consenso con la violenza delle azioni e del linguaggio, costi quel che costi, senza rispetto per chi la pensa diversamente.
Due modi diversi di intendere la politica, i rapporti fra gli uomini, forse la vita stessa.
Oggi mi sembra che in Italia la linea "Sacconi (Maurizio, si intende) prevalga. Peccato.
Il secondo post dal titolo "Kramer contro Kramer", apparso sul blog di Lorenzo Sacconi, professore di Politica Economica e di Economia Etica, è dedicato all'azione del suo omonimo Maurizio Sacconi (ma niente di più di una casuale omonimia, sottolinea il blogger, anzi...) attuale ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, che viene definito "adetto alla spaccatura del Paese". L'uomo che ha diviso il sindacato (nella vicenda Alitalia e nel protocollo sulle relazioni industriali), che ha diviso il paese proponendo il Decreto Legge sul caso "Eluana", quasi che il suo fine di politico fosse il dividere e non il trovare il punto di massima convergenza.
Ecco, qui mi è scattata la riflessione: nel mondo ci sono uomini che spendono l'intera vita per cucire consenso intorno alle loro opinioni, pazientemente, con la forza della testimonianza e della persuasione, e ce ne sono altri che cambiano frequentemente opinioni (e, nel caso del ministro Sacconi cambiano anche radicalmente orientamento politico, passando dal partito socialista a Forza Italia e ora al PdL) e che pretendono di racogliere il consenso con la violenza delle azioni e del linguaggio, costi quel che costi, senza rispetto per chi la pensa diversamente.
Due modi diversi di intendere la politica, i rapporti fra gli uomini, forse la vita stessa.
Oggi mi sembra che in Italia la linea "Sacconi (Maurizio, si intende) prevalga. Peccato.
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