Roma, via della Maddalena, ora di pranzo di un giorno d'estate. Un vetturino alla guida di una carrozzella a cavallo si ferma davanti alla chiesa e si improvvisa cicerone per i due stranieri esausti che trasporta: "Mira l'iglesia a l'ischierda" annuncia, orgoglioso del suo poliglottismo, indicando con il braccio teso la chiesa della Maddalena. Poi si gira dietro, guarda la coppia, vede che non reagisce a tanto sapere porto con altrettanta delicatezza ed esclama "e ffaje 'na foto, no?!!"
Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit. Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte, ...
Commenti