Roma, interno ristorante elegante, atmosfera soffusa, ora di pranzo di un giorno di primavera. Ad un tavolo 2 persone, un italiano e un americano. Entra vociando nel locale un nuovo cliente, guarda verso il tavolo con le 2 persone e si avvicina. Saluta con l'italiano, con cui scambia a voce alta dei convenevoli. L'italiano lo presenta all'americano: "may I introduce my friend Luigi? Luigi, this is Robert, my boss, from the american headquarters". L'americano si alza, porge la gentilmente la mano. Luigi contraccambia, ma è distratto, con gli occhi setaccia il locale: "Nice to meet you, Robert, enjoy Rome...", poi, intercettato il cameriere, gli si rivolge a voce stentorea "A cicalo', te possino ammazza', me porti quarcosa da magna' puro a me?"!!
È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella...
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