Roma, interno ristorante elegante, atmosfera soffusa, ora di pranzo di un giorno di primavera. Ad un tavolo 2 persone, un italiano e un americano. Entra vociando nel locale un nuovo cliente, guarda verso il tavolo con le 2 persone e si avvicina. Saluta con l'italiano, con cui scambia a voce alta dei convenevoli. L'italiano lo presenta all'americano: "may I introduce my friend Luigi? Luigi, this is Robert, my boss, from the american headquarters". L'americano si alza, porge la gentilmente la mano. Luigi contraccambia, ma è distratto, con gli occhi setaccia il locale: "Nice to meet you, Robert, enjoy Rome...", poi, intercettato il cameriere, gli si rivolge a voce stentorea "A cicalo', te possino ammazza', me porti quarcosa da magna' puro a me?"!!
Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit. Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte, ...
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