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La bici di magociclo

E' arrivata. Attesa per giorni, è arrivata.
Ma partiamo dall'inizio (sembra banale, ma aiuta).

Da mesi seguivo le discussioni interessanti e coinvolgenti del magnifico blog "Roma pedala" http://www.romapedala.splinder.com/, gestito con maestria da Alberto ed animato dalla "compagnia della Lokomotiv". Leggevo di rapporti impossibili (52*19, sic!), di leghe superleggere, di pesi piuma, quasi che l'oggetto di tanto interesse fosse un veicolo progettato per l'esplorazione di marte. E invece si parlava (e si parla, caspita se si parla) di biciclette, al cui mondo sono stato gradualmente ma inesorabilmente introdotto. Io all'epoca (e fino ad 1 mese fa) condividevo (nel senso che ne abbiamo 2 uguali) una bici con ACER, bici della quale eravamo orgogliosissimi: tutta in alluminio, cambio Shimano, 24 rapporti, parafanghi, portapacchi, luci, con un suo nome roboante: Triban Trail...insomma, una vera figata. Solo che pesa oltre 15 kili. Proprio una vera campagnola, solida, sicura, incapace non dico di un tradimento, ma anche solo di uno sgarbo. E io che faccio? mi vado ad innamorare di una ballerina di città, di una velina, esile, eterea, incapace di sopportare un filo di vento senza sbandare, ma capacissima di fare la civetta con tutti i turisti in giro per la città, senza un nome, ma solo una sigla: CPH 380. Non ho resistito e l'ho ordinata. Ed ora è arrivata, bellissima, rossa, leggerissima. E superando un'istintiva gelosia, ve la mostro.
Sapete come quest'amore è stato ricambiato? Appena inforcata la prima volta, la sfioro docilmente, faccio un giro del piazzale, provo i freni, impazzisco di gioia nel sentirla mia. Mi fermo, alzo il piede dal pedale per poggiarlo in terra...in una frazione di secondo realizzo che i pedali della ballerina non sono i solito che conosco. no no, sono quelli con l'aggancio come gli scarponi da sci e non basta sollevare il piede per liberarsi dalla morsa d'acciaio. Lo so come si fa a sganciare il piede, certo che lo so, in teoria non mi batte nessuno. ma mentre lo so...la bici fa l'ultimo centimetro per inerzia, si ferma, silenziosa, oscilla, quasi mi offre un'ultima chance di salvezza e poi, lentamente ma ineluttabilmente mi porta giù, per terra, rompendo ilsilenzio con un fragore assordante. E quando sono tutto spalmato in terra con la bici sopra, tac...il pedale si sgancia dalla scarpa. Mi è sembrato che sogghignasse!

Commenti

Anonimo ha detto…
Ti sta bene, così impari a tradire!
Anonimo ha detto…
...ehm...ve la mostro, hai detto? Esattamente...dove?
Anonimo ha detto…
mi tocca... ah, se mi tocca!
mi tocca scrivere per forza!
Ma come ti è venuto in mente di aprire un blog sulle due ruote, te che non puoi fare a meno della macchina, degli aerei Roma-Milano, insomma... della vita tutta anidridecarbonica!
Scherzo, naturalmente.
E complimenti per questo ingresso in rete!
Dugongo2004
paolo ha detto…
@Dugongo
Posso...posso fare a meno dell'anidridecarbonizzata vita che ci viene proposta, ma voglio anche vivere la vita dei miei tempi, non fare l'eremita. e vivendo vivendo inocntro gente a volte simpatica a volte insopportabile, e mi viene voglia di fermarla, insieme ad alcuni pensieri, sulla carta virtuale di un blog. Ed in genere i pensieri migliori mi vengono mentro pedalo, segno dell'utilità della bici. e poiché sono un po' ammaccato in questi giorni, pedalo poco, penso poco e scrivo poco.
Grazie della visita, ritorna, ti aspetto.
magociclo

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