E' questa la domanda che ci si pone aprendo il sito "Lucchettiamo", attivato da 4 giovani furboni romani studenti in Scienza della Comunicazione, in cerca di notorietà e di qualche soldo, visto che il sito è un mega contenitore di spot pubblicitari. A parte la considerazione che a 25 anni, questa l'età dichiarata dagli inventori del sito, definirsi giovani e studenti (fuori corso?) comincia a stridere un po', non mi sembra proprio originale l'idea, visto che già un altro sito aveva lanciato un'analoga possibilità alcune settimane fa. E poi bisogna avvisare questi creativi che i lucchetti dell'amore, di ferramenta o virtuali, sono già antichi, superati: oggi ci sono "le lenzuola dell'amore", che sciorinate dall'alto di ponti napoletani, si fanno leggere ogni giorno da migliaia di passanti. E dopo i lucchetti e le lenzuola, a quale nuovo oggetto spetterà il compito di rappresentare un sentimento tanto sfruttato ma così poco conosciuto?
Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit. Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte, ...
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