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Il tassinaro

Lo so, me lo dicono in tanti, ma non posso proprio resistere, non ci riesco, mi piacciono troppo. Appena salgo in taxi, e ultimamente mi capita spesso per motivi di lavoro, non importa in quale città sia, studio un minuto l'autista (d'ora in poi "il tassinaro". Non riesco a chiamarlo con altro nome) poi parto con una delle domande del repertorio, a secondo di come ho inquadrato il tipo: "consuma tanto questa macchina?" oppure "quanti kilometri ha fatto con questa macchina?" o ancora "certo che se liberassero le corsie preferenziali per i taxi il suo lavoro sarebbe mille volte più semplice". Di solito a questo punto cede un 30, 40% dei tassinari. Se trovo un tipo più tosto passo al "da quante ore sta seduto a guidare in questo traffico infernale?", e qui mi parte un altro 40%. Se poi è il giorno del rambo dei tassinari devo calare il jolly "certo che i vigili sembra non vedano altro che i taxi per fare multe vero?...(sospensione piena di comprensione per la sua situazione, sospiro e poi la botta finale)... E invece alle auto a noleggio fanno fare quello che vogliono!" E qui, anche se fosse non dico Stallone, ma anche lo Schwarzeneger delle auto bianche, non resiste e inizia a parlare. All'inizio è un torrente in piena, parla senza sosta, tira fuori tutto lo smog che questo lavoro ti lascia dentro, non vuole comprensione ma vuole solo spiegare, dimostrare le sue ragioni. Poi piano piano, come un purosangue in doma, si placa, ti parla dei figli, della fidanzata, della moglie che sta a casa piena di gelosia perchè ..."dice che porto le attrici zozze", del mutuo acceso per acquistare la licenza (non meno di 150.000 euro), delle sue passioni, delle sue tresche (sì sì, anche di queste). Viaggiando in taxi ho imparato tutto sulle tecniche di pesca al cavedano e al persico nei laghi di Mantova, ho scoperto come vive una grande città da mezzanotte alle cinque, di come si possa fare una corsa fuori regione partendo alle quattro del pomeriggio e tornando alle nove di sera del 24 dicembre, in tempo per il cenone di Natale, dei debiti accesi per far studiare un figlio che ora, a 25 anni, vuole comprare una licenza di taxi perché "...è meglio così". Ho scoperto di quanto diversi siano i tassisti uno dall'altro, dei problemi che hanno le donne a fare questo mestiere, dei fili di violenza ma anche di umanità che legano queste persone.
Lo so, non è giusto parlare al conducente, ma io amo i tassinari, non riesco ad immaginare una città senza di loro, senza le loro voci dialettali piene di una saggezza antica, levigata dalla vita in strada, i modi sbrigativi ma sempre rispettosi.
Che faccio, lo dico? è impopolare oggi, ma non ci riesco, mi scappa....GRAZIE TASSINARI DI TUTTA ITALIA, GRAZIE PER ESSERCI!!

Commenti

Anonimo ha detto…
il servizio taxi è una grande invenzione
tranne che quando piove
dev'essere solubile in acqua piovana
Anonimo ha detto…
Sì, anche io vorrei ringraziare quel tassinaro che quando gli ho detto dove volevo andare ha cominciato a lamentarsi come se avesse mangiato cibo cinese avariato...manco gli avessi chiesto di portarmi a Beirut.

Parlaci dei rapporti fra taxi e bici, piuttosto
paolo ha detto…
Certo che...proprio adesso che avevo postato un'ode al tassinaro, questi mi vanno a scioperare per un'intera giornata, il 31 maggio!! ma forse sciopereranno con la morte nel cuore, sì sì, deve essere proprio così!!

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